Class Action: sì del Senato alla riforma dell’istituto, tra le novità l”opt in’
L’Aula del Senato ha approvato a larghissima maggioranza la riforma dell’istituto della class action. I voti a favore sono stati 206, i contrari uno e le astensioni 44. Tutti i gruppi si sono pronunciati a favore tranne Forza Italia che si è astenuta.
Il disegno di legge, composto di sette articoli, riforma l’attuale disciplina ‘spostandola’ dal Codice del consumo al Codice di procedura civile. In questo modo, lo strumento avrà un’applicazione e portata più ampia.
In particolare, con il provvedimento si introduce nel Codice di procedura civile un nuovo titolo VIII-bis ‘Dei procedimenti collettivi’, composto da 15 nuovi articoli. Si amplia l’ambito d’applicazione soggettivo e oggettivo dell’azione di classe: l’azione sarà sempre esperibile da tutti coloro che avanzino pretese risarcitorie in relazione a lesione di ‘diritti individuali omogenei’.
L’azione sarà nella titolarità di ciascun componente della ‘classe’, nonchè delle organizzazioni o associazioni senza scopo di lucro che hanno come scopo la tutela dei suddetti diritti, e che sono iscritte in un elenco tenuto dal Ministero della giustizia. I destinatari dell’azione di classe possono essere imprese ed enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità non la Pubblica amministrazione. Una delle novità riguarda il cosiddetto ‘opt in’, cioè l’adesione all’azione che potrà avvenire, entro determinati termini, non solo nella fase successiva all’ordinanza ma anche in quella successiva alla sentenza. Inoltre si prevede che il giudice competente a conoscere l’azione di classe è individuato nel cosiddetto ‘tribunale delle imprese’ e si ridisciplina l’azione inibitoria collettiva.