Lavoro: nel post Covid i dipendenti cercano più benessere emotivo rispetto a quello fisico e finanziario
Tra le varie conseguenze della pandemia nel mondo del lavoro, oltre all’uso massiccio dello smart working, troviamo un fenomeno chiamato la Grande Dimissione, la Great Resignation, che ha spinto numerosi dipendenti a cambiare posto di lavoro.
Da qui emerge il desiderio di un posto di lavoro che oltre alla produttività, faccia leva sul benessere dei suoi dipendenti, la forza lavoro senza cui nessuna azienda potrebbe andar avanti. Così secondo una ricerca della società di consulenza americana Forrester, ripresa dalla testata specializzata HRO Today, l’86% delle imprese è pronta a potenziare i propri programmi di welfare aziendale nel prossimo anno per cercare di soddisfare le richieste in evoluzione dei lavoratori. Proprio il mercato degli investimenti sui benefit entro il 2025 supererà i 14,6 miliardi di dollari con un tasso annuo di crescita composto vicino al 4%. Questa necessità di cambiamento viene confermata anche da un recente report di Technavio che evidenzia come il mercato globale dei buoni pasto e dei benefit aziendali registrerà un incremento notevole nel corso dei prossimi anni, superando quota 14,6 miliardi di dollari entro il 2025 con un tasso annuo di crescita composto vicino al 4%.
Il mondo del lavoro nel post Covid: benessere al primo posto
Una crescita globale certificata anche dalla CNBC, secondo cui negli USA, a partire da quest’anno, si verificherà il più grande aumento di sempre in termini di buoni alimentari: è prevista, infatti, una crescita media del 25% rispetto ai livelli pre-pandemia.
Il mondo del lavoro si evolve quindi e cambiano anche le richieste dei dipendenti sui benefit: secondo un sondaggio annuale del magazine americano Human Resource Executive che ha coinvolto 3.642 datori di lavoro in tutto il mondo, oltre due terzi dei leader d’impresa (il 69%) prevede di differenziare e personalizzare i propri programmi di welfare aziendale nei prossimi due anni. Questa tendenza al rinnovamento deriva dal fatto che solo il 51% dei capi d’azienda ritiene soddisfacenti i propri programmi in quest’area. All’interno di questo scenario emergono nuove necessità da parte dei dipendenti: il benessere emotivo (86%) diventa prioritario davanti a quello fisico (68%) e finanziario (67%).
“Le aziende stanno recependo questo cambiamento verso sostenibilità e digitalizzazione implementando i loro programmi welfare per garantire la soddisfazione dei propri collaboratori e, quindi, la loro lealtà ed efficienza all’interno del workplace”, spiega Florent Lambert, CEO di Sodex Benefits & Rewards Services Italia. “Un altro fattore che possiamo riscontrare in continuo aumento è la necessità di flessibilità. La scelta è sempre stata un fattore insostituibile nei benefit per i dipendenti ma sulla scia della pandemia quest’ultimi apprezzano ancora di più tale libertà”, conclude Florent Lambert.