Reddito di cittadinanza, circolare INPS: stop assegno se finiscono fondi, sospese nuove domande
Arriva la circolare dell’Inps numero 43 del 20 marzo relativa al reddito di cittadinanza.
La circolare contiene tutti i requisiti e i dettagli per fare domanda e accedere all’assegno mensile.
Viene ricordato che il Rdc “è una misura di politica attiva del lavoro a garanzia del diritto al lavoro, di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, destinata a favorire il diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione e alla cultura, attraverso politiche volte al sostegno economico e all’inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro”.
Viene precisato, anche, che “il reddito di cittadinanza assume la denominazione di Pensione di cittadinanza (d’ora in poi Pdc) quale misura di contrasto alla povertà delle persone anziane, concessa ai nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore ai 67 anni, adeguata agli incrementi della speranza di vita di cui all’articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni e integrazioni”.
Tra i punti che meritano attenzione, c’è sicuramente quello che disciplina la sospensione o la rimodulazione del reddito di cittadinanza in caso di esaurimento dei fondi.
La questione è affrontata nel capitolo 9 della circolare, “laddove si fa riferimento all’articolo 12 del decreto in trattazione”, che “reca la quantificazione e la copertura finanziaria relativa al Rdc e al Pdc, nonché agli incentivi di cui all’articolo 8″.
“I limiti di spesa -viene precisato – sono determinati nella misura di 5.894 milioni di euro per il 2019, di 7.131 milioni di euro per il 2020, di 7.355 milioni di euro per il 2021 e di 7.210 milioni di euro annui a decorrere dal 2022″.
“Tali fondi – si legge ancora nel documento dell’Inps – sono iscritti su apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, denominato ‘Fondo per il reddito di cittadinanza’, e sono trasferiti annualmente all’INPS su apposito conto corrente di tesoreria centrale ad esso intestato, da cui sono prelevate le risorse necessarie per l’erogazione del beneficio da trasferire sul conto acceso presso Poste Italiane con cui è stipulata apposita convenzione”.
Ora, “ai fini del rispetto dei limiti di spesa annuali, l’INPS accantona un ammontare di risorse pari alle mensilità spettanti nell’anno, per ciascuna annualità, in cui il beneficio è erogato. Per tenere conto degli incentivi è altresì accantonato, all’inizio di ciascuna annualità, un ammontare pari alla metà di una mensilità aggiuntiva per ciascun nucleo beneficiario da oltre sei mesi. È previsto, inoltre, un meccanismo di rimodulazione dell’ammontare del beneficio che opera all’esaurimento delle risorse non accantonate. Compete, inoltre, all’INPS il monitoraggio delle erogazioni del Rdc e degli incentivi”.
“Qualora l’ammontare degli accantonamenti per gli oneri futuri raggiunga il 90% delle risorse disponibili, previste dell’articolo 12, comma 1, del decreto istitutivo del Rdc, l’INPS invia tempestiva comunicazione al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell’Economia e delle finanze. In caso di esaurimento delle risorse disponibili per l’esercizio di riferimento, con decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze, da adottarsi entro trenta giorni dall’esaurimento di dette risorse, è ristabilita la compatibilità finanziaria mediante rimodulazione dell’ammontare del beneficio. Nelle more dell’adozione del suddetto decreto, l’acquisizione di nuove domande e le erogazioni sono sospese. La rimodulazione dell’ammontare del beneficio opera, esclusivamente, nei confronti delle erogazioni del beneficio successive all’esaurimento delle risorse non accantonate”
Intanto il Messaggero, che dedica alla circolare dell’Inps un articolo ad hoc, segnala anche i dati sulle domande presentate dai cittadini italiani per ottenere l’assegno. Precisamente, “dallo scorso 6 marzo – primo giorno utile per presentare le domande e accedere alla misura – a oggi sono state presentate 192.310 richieste di Reddito di cittadinanza presso gli uffici postali e online, sul sito del governo. A cui si sommano le 420 mila inoltrate dai Caf che, nel complesso, fanno 612.310: ossia, il 47% circa della platea complessiva degli aventi diritto – quasi la metà – stimata dal governo in 1 milione e 300 mila famiglie. Guardando la cartina geografica, le prime cinque regioni per numero di richieste sono la Lombardia con 26.492, la Campania con 25.486, la Sicilia con 21.071, il Piemonte con 18.118 e il Lazio con 17.971″.