Notiziario Notizie Italia Bioeconomia un’eccellenza in Italia, vale 328 miliardi e occupa 2 milioni di persone

Bioeconomia un’eccellenza in Italia, vale 328 miliardi e occupa 2 milioni di persone

20 Marzo 2019 12:26

La bioeconomia potrebbe essere la carta vincente per il futuro dell’Italia, che già vanta una posizione di rilievo nel panorama europeo. Con oltre 2 milioni di occupati e un valore della produzione pari a 328 miliardi di euro, si posiziona terza, dietro soltanto a Germania e Francia. In Italia si registra una percentuale di riciclo tra le più alte d’Europa: per i rifiuti biocompatibili il 91%, rispetto a una media europea del 77%. Numeri della bioeconomia, fotografati dal IV Rapporto sulla Bioeconomia in Europa stilato da Intesa Sanpaolo, da cui emergono grandi potenzialità per il futuro del paese, soprattutto in alcune specifiche filiere e settori di eccellenza, come il legno e la carta, ma anche l’agroalimentare.

Ma cosa è la bioeconomia? E’ l’insieme dei settori che utilizzano materie prime rinnovabili di origine biologica.

La bioeconomia in Italia
In Italia nel 2017 l’insieme delle attività connesse alla bioeconomia ha generato un output pari a circa 328
miliardi di euro, dietro soltanto a Germania e Francia, e ha occupato oltre 2 milioni di persone. La bioeconomia rappresenta il 10% in termini di produzione e l’8% in termini di occupati sul totale dell’economia del paese. Sono in particolare tre i settori che hanno visto crescere la loro rilevanza negli ultimi anni: l’industria alimentare e delle bevande, i servizi legati al ciclo idrico e di gestione dei rifiuti.

Oltre 570 startup attive
La vivacità di questi settori è evidente anche dall’elevato numero di startup della bioeconomia: 576 startup innovative, pari a circa il 7% del totale in Italia. Interessante la specializzazione di alcune regioni del Mezzogiorno, come Calabria e Sardegna per il legno e Abruzzo e Campania nella carta. Qui, lo sfruttamento innovativo delle risorse biologiche potrà giocare un ruolo importante, soprattutto nell’ottica di valorizzazione degli scarti delle attività primarie, come la pesca, trasformandoli da costo a risorsa.