Corte Ue gela Commissione europea: quello di Tercas non fu aiuto di Stato. E l’Abi va all’attacco
Si profila all’orizzonte una battaglia non di poco conto tra la Commissione europea e l’Italia, con l’Abi già in prima linea, che chiede a Bruxelles di risarcire tutti quegli italiani che, proprio a causa delle disposizioni stabilite dall’esecutivo comunitario – e che ora si apprende non sono state corrette -, hanno perso in alcuni casi i risparmi della loro vita nella risoluzione delle quattro banche Banca Etruria, CariChieti, Cariferrara e Banca Marche.
Tutto parte dalla sentenza-bomba della Corte Ue sul caso Tercas. Il tribunale ha dato ragione all’Italia, annullando la decisione della Commissione europea, che aveva considerato aiuto di Stato l’intervento del Fondo di tutela dei depositi per il salvataggio di Banca Tercas, avvenuto nel 2014.
Cosa c’entrano le quattro banche salvate poi dal governo Renzi, non senza pesanti perdite sofferte dai risparmiatori e dagli obbligazionisti subordinati?
C’entrano eccome visto che, proprio a causa del salvataggio di Banca Tercas considerato aiuto di Stato, Bruxelles impose condizioni meno favorevoli ai risparmiatori e ai creditori dei quattro istituti in difficoltà.
Immediata la reazione dell’Abi che, subito dopo aver appreso la decisione odierna della Corte Ue, ha diramato una nota chiedendo alla Commissione che, a questo punto, risarcisca i risparmiatori, che hanno sofferto “le conseguenze delle sue decisioni sbagliate”.
La sentenza potrebbe avere ripercussioni anche sui casi dell’italiana Carige e della tedesca NordLB che la Commissione sta valutando.
Così si legge intanto nella nota dell’Abi firmata dal numero uno Antonio Patuelli e dal direttore generale Giovanni Sabatini.
Nel commentare la decisione, i due dirigenti scrivono che la sentenza dimostra che “erano pure legittimi gli interventi pensati dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per le ‘quattro banche’, predisposti innanzitutto per la Cassa di Risparmio di Ferrara, ma bloccati dalla Commissione europea in modo illegittimo”.
Di conseguenza, viene chiesto “che la Commissione europea rimborsi i risparmiatori e le banche concorrenti danneggiate dalle conseguenze delle sue non corrette decisioni, che hanno imposto nel 2015 la risoluzione delle ‘quattro banche’ e altri interventi di salvataggio bancario più onerosi delle preventive iniziative del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi”.
In questa nuova situazione, si legge nella nota, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi “trae nuova legittimità per recuperare in pieno le sue funzioni statutarie”.
Notevole è lo schiaffo alla Commissione europea che viene sferrato dalla Corte di Giustizia Ue, in merito al caso Tercas.
Il salvataggio di Tercas, che venne venduta a Popolare di Bari, venne orchestrato dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) nel 2014. La Commissione europea si oppose all’operazione, stabilendo che il fondo agì illegalmente per conto dello Stato e ordinando a Roma di recuperare una somma pari a 300 milioni di euro, corrispondente all’ammontare delle garanzie e finanziamenti reputati, per l’appunto, aiuti di Stato.
La Corte ha negato questo assunto, affermando che “l’FITD agì in modo indipendente quando adottò quelle misure a beneficio di Tercas”.