Arte e finanza, ovvero quando il collezionismo diventa investimento
Il 2018 per il mercato dell’arte e dei beni da collezione si conferma in crescita, sulla scia di un biennio positivo. La passione è uno dei fattori che spinge circa 2 collezionisti su 3 e 9 operatori del settore su 10 all’acquisto di arte o oggetti da collezione ma anche il valore dell’investimento, con l’obiettivo di diversificare il portafoglio è un elemento che viene spesso considerato.
Arte e dintorni: cosa spinge agli acquisti
Lo rende noto l’ultimo report realizzato da Deloitte in collaborazione con ArtTactic che ha chiesto a specifici soggetti quali siano i loro valori emotivi legati all’acquisto di opere d’arte. Gli intervistati sono stati i collezionisti, gli operatori di settore (mercanti d’arte, case d’aste, galleristi, ma anche compagnie di logistica nonché tutto il mondo delle ArtTech) e i professionisti appartenenti al mondo della finanza, in particolare a Private Bank e Family office. Ebbene l’85% degli operatori intervistati dichiara che i propri clienti comprano opere d’arte e oggetti da collezione come simbolo di un certo stile di vita, affermazione confermata anche dal 63% dei collezionisti interpellati. Secondo l’85% dei family officer o private banker intervistati, l’intenzione è quella di avere sempre più un approccio olistico nei confronti dell’arte intesa come asset class, una tendenza destinata a crescere se si pensa che il 44% degli operatori è intenzionato nei prossimi 12 mesi ad aumentare il focus e le risorse destinate alla gestione patrimoniale dei beni artistici. Tutte percentuali che confermano il significativo aumento della domanda di nuovi servizi professionali relativi alla gestione e alla protezione del valore investito in arte.
Mercato dell’arte: le prossime sfide e le possibili soluzioni
I temi che costituiscono una vera minaccia per la reputazione e il funzionamento del mercato dell’arte, dicono collezionisti, operatori di settore e gestori patrimoniali coinvolti nel report di Deloitte, comprendono problemi di autenticazione e provenienza, manipolazione dei prezzi, conflitti di interesse, mancanza di trasparenza.
Per affrontare queste sfide è necessario un profondo ammodernamento del mercato dell’arte come ritiene il 73% dei wealth manager, il 74% dei professionisti del settore e il 64% dei collezionisti. Per gli attori del mercato dell’arte, non v’è alcun dubbio che la tecnologia sia in grado di far evolvere il settore. Recentemente difatti si sta manifestando una crescente attenzione nei confronti di tecnologie in grado di rispondere alle tradizionali sfide del settore: trasparenza, valutazione, autenticità, gestione del rischio. “È evidente che non si possa immaginare in un settore con caratteristiche peculiari come quello dell’arte un approccio puramente analitico, ma è certo che una combinazione di opinioni di esperti e algoritmi in grado di catturare dati storici e previsionali fornirebbe un approccio più trasparente e credibile alla valutazione di un asset come quello dell’arte e degli oggetti da collezione” conclude il report.