Ftse Mib paga ancora effetto Bce e debolezza Cina, prosegue sell-off su banche
Primi scorci dell’ultima seduta della settimana con netta prevalenza delle vendite a Piazza Affari. L’indice Ftse Mib segna un calo dello 0,40% a quota 20.614 punti. Oltre all’effetto Bce, con l’allarme sulla crescita che ha preoccupato gli investitori, sul mercato guarda alle pessime indicazioni dalla bilancia commerciale cinese, che comunque ha chiuso in surplus nel mese di febbraio. Le esportazioni denominate in dollari sono crollate del 20,7%, rispetto al -4,8% atteso dal consensus. Le importazioni sono scese del 5,2%, rispetto al -1,4% stimato.
In affanno soprattutto le banche (-1% circa per Bper, Banco BPM e Unicredit), già molto deboli alla vigilia con il mercato che ha accolto con freddezza le nuove misure della Bce e in particolare ha guardato alle nuove deboli stime di crescita economica, tagliate con decisione rispetto a quelle di tre mesi fa. Inoltre il nuovo TLTRO III partirà da settembre 2019, mentre tra gli investitori c’era chi puntava su un via già a giugno.
Tra gli altri titoli si conferma anche oggi la debolezza di Stm che cede circa il 2%. Controcorrente Azimut (+2,2%) che ieri ha sorpreso il mercato con un maxi dividendo di 1,50 euro, pari a un payout del 141%. Il presidente Pietro Giuliani ha detto che punta a rispettare il target di utile per il 2019.
Venerdì denso di dati macro soprattutto da oltreoceano. Spicca il report mensile sul mercato del lavoro Usa con non far payrolls attese a +180mila unità a febbraio dopo le +304 mila del primo mese dell’anno. Il tasso di disoccupazione è atteso in calo al 3,9%. In arrivo anche i dati su avvio nuovi cantieri e permessi di costruzione.