La Cina rallenta il passo: nel 2019 crescerà tra il 6 e il 6,5%, ritmo più lento dal 1990
La Cina crescerà quest’anno al ritmo più lento dal 1990. Nell’inaugurare la riunione annuale del National People Congress (il Parlamento), che durerà fino al 15 marzo, il premier cinese Li Keqiang ha annunciato che, nel corso del 2019, il Pil del Dragone segnerà una crescita compresa tra il 6 e il 6,5%, al di sotto del tasso di espansione del 6,6% archiviato nel 2018. Si tratta del livello di espansione più basso degli ultimi 29 anni.
Il premier ha chiaramente detto che il paese deve prepararsi ad affrontare “una dura sfida”, a fronte di “un contesto più complicato”. Tra cui spiccano le tensioni commerciali ancora irrisolte con gli Stati Uniti, che hanno già prodotto un impatto negativo sull’attività economica della Cina. Secondo le ultime indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, un accordo tra le due super potenze sarebbe più vicino. Il quotidiano ha indicato che un summit per la firma dell’accordo potrebbe avvenire attorno al 27 marzo.
Tronando alla Cina, al fine di stimolare l’espansione, la politica fiscale sarà “più vigorosa”, ha detto Li Keqiang, con agevolazioni fiscali per le imprese per un totale di circa 2 trilioni di yuan (259 miliardi di euro). Oltre ai tagli fiscali, la seconda maggiore potenza economica al mondo intende accelerare sulla spesa per le infrastrutture. Secondo il rapporto pubblicato all’apertura della sessione del Parlamento, le spese militari della Cina per il 2019 aumenteranno del 7,5%. Questi aumenti si rifletteranno sul bilancio pubblico, che passerà al 2,8% del Pil dal precedente 2,6%.