Tlc in guerra per strappare clienti a Iliad ma in ballo c’è la trasparenza per i consumatori
L’ingresso in Italia da Iliad ha innescato una vera e propria guerra a colpi di giga ingaggiata dalle compagnie telefoniche per strapparsi i clienti l’un l’altra ma a rimetterci sono ancora una volta i consumatori. La denuncia arriva da Altroconsumo che in un indagine su TIM, Vodafone e Wind-Tre ha messo in luce le pecche delle offerte cosiddette “operator attack”, ossia offerte commerciali che sembrano particolarmente convenienti in termini di prezzo e di traffico incluso, rivolte solo a chi proviene da certi operatori, in particolare dal francese Iliad.
La denuncia di Altroconsumo
Mentre arriva oggi la notizia della partnership tra TIM con Kena Mobile (brand ‘no frills’ dei servizi di telefonia del Gruppo TIM – attraverso la controllata Noverca) e Intesa Sanpaolo con Banca 5, a puntare il dito contro la poca trasparenza da parte dei principali operatori mobili Altroconsumo. Nel mirino le offerte operator attack, di cui non ci sarebbe traccia né nei siti delle compagnie telefoniche, nè negli stori ufficiali o presso i rivenditori autorizzati non esistono brochure o prospetti stampati. Allora come si attirano i clienti? Gli addetti alle vendite fanno tutto a voce, senza che sia rilasciata alcuna documentazione. Solo dietro espressa richiesta– spiega Altroconsumo – arriva un riepilogo, parziale, scritto a penna dal venditore, negando così agli utenti la possibilità di fare confronti con la concorrenza.
“Nei punti vendita i negozianti si limitano a citare spontaneamente solo il costo mensile, i minuti per chiamare e i giga di traffico inclusi. Solamente dopo arrivano le spese di attivazione. Nessun riferimento ai costi extra-soglia (cioè il prezzo dei minuti, dei giga e degli sms, quando terminano quelli inclusi nel pacchetto mensile) a meno che i venditori non siano sollecitati con domande molto precise” precisa Altroconsumo. Nè ai clienti si fa alcun riferimento, se non dietro esplicita richiesta, ai servizi aggiuntivi a pagamento come ad esempio la segreteria telefonica, l’opzione richiamami o l’antivirus, né al fatto che siano automaticamente attivati sulla sim e bisogna disattivarli. Nessuna poi dice nulla sul vincolo contrattuale (fino a 24 mesi) e sulle penali in caso di recesso anticipato. Insomma la trasparenza è andata a farsi benedire. Altroconsumo poi cita la condotta scorretta di ho.Mobile, l’operatore virtuale di Vodafone, che penalizza proprio i clienti Vodafone: per chi da Vodafone voglia passare al low cost ho.Mobile i costi di attivazione sono addirittura triplicati, un disincentivo al passaggio.