Armando Siri annuncia shock fiscale: ‘Flat tax a famiglie con Irpef a 15% e Ires tagliata a 20%’
Che il leader della Lega, vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini abbia sempre guardato con ammirazione alla rivoluzione fiscale lanciata negli Stati Uniti da Donald Trump, è cosa risaputa. Ora si apprende che uno “shock fiscale” arriverà anche in Italia (Bruxelles permettendo). Ad annunciarlo è, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, il sottosegretario alle Infrastrutture e braccio destro di Salvini, Armando Siri.
Siri parla di uno “shock fiscale” urgente, che si sostanzia in due rivoluzioni: “una flat tax con aliquota Irpef al 15% per i nuclei familiari che hanno redditi fino a 50.000 euro e l’Ires dovuta dalle imprese che sarà ridotta di 4 punti, dal 24% al 20% (con il contestuale addio alla mini Ires sugli investimenti appena nata)”.
Una tale operazione costerebbe circa 20 miliardi (14 finiranno in tasca alle famiglie). Nodo coperture? Siri afferma che “chiederemo una maggiore flessiibilità per un periodo di 3-5 anni” a Bruxelles.
Ma si punterà anche sulla “lotta agli sprechi, toccando e limando dove possibile altre voci di spesa: dal bonus di 80 euro di Renzi alle tax expenditures (‘ma con l’obiettivo sempre di abbassare le tasse”).
Tutto ciò avverrà con la prossima legge di bilancio, con cui “tutte le risorse disponibili devono essere impegnate nell’abbassamento delle imposte, che sono la premessa necessaria per una autentica ripresa dell’economia”.
Ma come funzionerebbe l’aliquota Irpef ridotta al 15%? Per la precisione, chi sarebbero i beneficiari?
Nel ribadire che la flat tax per le famiglie toccherà alle famiglie con redditi fino a 50.000 euro, Siri spiega che “l’idea è quella di creare un sistema fiscale nuovo e parallelo rispetto a quello in vigore introducendo, e qui è la vera rivoluzione, una novità: non sarà più il singolo contribuente a ossere soggetto di imposta, ma l’intero nucleo familiare. Per loro non ci saranno più detrazioni, deduzioni e bonus del vecchio sistema che saranno assorbite in deduzioni fisse semplificando radicalmente il sistema”.
Qualche esempio?
“In una famiglia monoreddito di 4 persone con reddito di 33.000 euro si applicherebbe una deduzione solo per il secondo figlio di 1.200 euro. Il risparmio per loro sarebbe di 1.500 euro. Mentre marito, moglie e un figlio con un reddito di 18.000 euro risparmierebbero il 30% di tasse. Insomma il valore delle deduzioni sarà inversamente proporzionale al reddito”.
Ma per gli altri? chiede il Sole 24 Ore:
“Per chi ha un reddito familiare superiore ai 50.000 euro non cambia nulla. Resta in vigore il sistema con le attuali aliquote Irpef (23%, 27%,38%,41% e 43%). In sostanza rfeplichiamo quanto fatto con le partite Iva: creiamo una area di soggetti di imposta che gode di un certo tipo di trattamenti. In attesa della fase tre”.
Siri ricorda il progetto ambizioso del governo M5S-Lega: “Noi puntiamo a una flat tax per tutti con una aliquota che definiremo più avanti. Lo prevede il contratto Lega e Cinque Stelle e lì vogliamo arrivare nei cinque anni di legislatura”.
Ma tutta questa fiducia in una Bruxelles che già da tempo ha nel mirino l’Italia? “Chiederemo una maggiore flessibilità, ma non a tempo indeterminato. Ci servirà per un periodo che va dai 3 ai 5 anni per poi rientrare negli obiettivi che ci sono stati fissati. Ora c’è una scadenza importante che è quella delle elezioni europee: gli italiani possono decidere se vogliono una Europa solo di regole oppure una Europa che è attenta ai bisogni contingenti di una fase economia complicata che stiamo vivendo”.
E riguardo alla minaccia di un aumento dell’Iva? “Noi siamo concettualmente contrari ad ogni aumento dell’Iva che vuol dire contrarre i consumi: in pratica faremmo un prelievo di sangue ad un anemico grave. Quindi è escluso”.