Rumor vendita oro Bankitalia, Borghi smentisce. Padoan: ‘avremmo fama Argentina prima del default’
Claudio Borghi, economista leghista e presidente della Commissione bilancio della Camera, torna a smentire anche oggi le indiscrezioni stampa che continuano a circolare su un presunto disegno della Lega di muoversi, magari anche attraverso il varo di una legge costituzionale, per consentire allo Stato di vendere l’oro di Bankitalia. Per l’ennesima volta, smentisce quanto riportato da alcuni quotidiani, ovvero che l’obiettivo del governo M5S-Lega sarebbe quello di utilizzare le riserve aree per finanziare alcuni interventi di spesa, evitando così una manovra bis che da molti, visto il deterioramento dei fondamentali economici dell’Italia, sarebbe quasi inevitabile, e l’aumento dell’Iva per il 2020. Interpellato da Finanzaonline, Borghi risponde via Twitter che “Stiamo studiando metodi per far capire che non vogliamo vendere nulla”.
Il riferimento è ai rumor che si sono rincorsi nelle ultime ore, in particolare quelli di Reuters, che ha parlato della bozza di una norma, a cui l’agenzia di stampa avrebbe avuto accesso, stilata dalla componente leghista della maggioranza, per consentire al governo la vendita dei lingotti.
Così si legge nel sito di Reuters:
“La componente leghista della maggioranza ha messo a punto la bozza di una norma, vista da Reuters, che consentirebbe al governo la vendita dell’oro custodito dalla Banca d’Italia qualora fosse autorizzata da una legge costituzionale“.
“Una prima norma – si legge ancora – già presentata dal presidente leghista della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, prevede di far riconoscere allo Stato la proprietà di questi lingotti. La bozza vista da Reuters costituirebbe il secondo step, ovvero una norma che modifica il Testo unico valutario per consentire la vendita dell’oro anche se solo con una legge costituzionale che la autorizza”.
Interpellato da Reuters, Borghi ha detto che la modifica al testo unico “è solo una ipotesi” e che nulla è stato deciso al momento. Un’altra possibilità, ha precisato, è presentare una legge che preveda la vendita solo con il sostegno di una maggioranza qualificata dei 2/3 del Parlamento, oppure che i lingotti non possano essere ceduti in nessun caso”.
Ma, per l’appunto, Borghi smentisce quanto riportato dall’agenzia, con un tweet.
Detto questo, l’ipotesi di una eventuale vendita dell’oro di Bankitalia da parte dello Stato italiano viene vista come fumo negli occhi dall’ex ministro dell’economia Pier Carlo Padoan:
“Sarebbe un modo per avere la fama dell’Argentina prima del default“, afferma in un’intervista a La Stampa.
“Quello è un patrimonio che dovrebbe essere intoccabile. E poco importa se quella custodita da Palazzo Koch è la quarta riserva al mondo: siamo anche il terzo debito pubblico del globo. Se passasse l’idea che i problemi di finanza pubblica si risolvono svuotando le casseforti il messaggio ai mercati sarebbe devastante”.
“La vendita dei lingotti italiani, proposta degna dell’Argentina”, conferma Padoan, con una frase che diventa il titolo dell’articolo. Ma la vendita eventuale dei lingotti, chiede il giornalista, sarebbe addirittura devastante? Padoan risponde che “la vendita delle riserve auree è assimilabile al finanziamento monetario del debito. Che immagine offre un Paese se per sostenere la spesa corrente fa un’operazione del genere? Sarebbe un modo per avere la fama dell’Argentina prima del default”.