Pernigotti chiude dopo oltre un secolo di attività. Scatta la cassa integrazione per 92 lavoratori
Sono 92 i lavoratori occupati nello stabilimento di Novi Ligure della Pernigotti in cassa integrazione straordinaria che parte oggi, 6 febbraio 2019 e avrà la durata di dodici mesi. Questo il frutto dell’accordo siglato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, a valle del nuovo incontro tra l’azienda e le rappresentanze sindacali, dopo mesi di trattative.
La crisi della Pernigotti
Era il 6 novembre scorso quando il gruppo turco Toksoz, proprietario dell’azienda, annunciò la chiusura dello stabilimento, un fulmine a ciel sereno per circa 100 lavoratori. Da quel momento sono iniziate le polemiche e le agitazioni da parte dei dipendenti, mentre nel corso delle settimane sono arrivate indiscrezioni sulla possibilità che i turchi possano vendere il marchio. Tra i nomi circolati che avrebbero espresso interesse alla Pernigotti, la cremonese Sperlari, brand di caramelle e torroni, di proprietà della tedesca Katjes International Gmbh e un fondo indiano.
Le manifestazioni di interesse
Sernet è l’advisor incaricato d’individuare manifestazioni d’interesse per la re-industrializzazione dell’impianto che ieri all’incontro al Ministero del lavoro ha illustrato gli sviluppi dell’ultimo mese. Le manifestazioni d’interesse sono salite a ventuno e, tra esse, già sette hanno avuto seguito in forma scritta. Si tratta, si legge nella nota del Mise, ed è un dato positivo, di soggetti italiani di medie dimensioni – cinque aziende, una cordata d’investitori e un investitore privato – che potrebbero garantire un assorbimento occupazionale iniziale tra le trenta e le cinquanta unità. “Non era quello che auspicavamo ma è un risultato positivo perché abbiamo ottenuto la modifica della finalità della cassa che consente la reindustrializzazione del sito e l’attivazione del politiche attive che consente la rioccupazione dei lavoratori”, ha osservato il segretario nazionale della Uila Uil, Pietro Pellegrini.
Accogliendo la richiesta dell’azienda, si è avviato l’iter per la cassa integrazione per re-industrializzazione. Inoltre le parti hanno raggiunto pure l’accordo di ricollocazione in base al quale è stato “individuato l’ambito aziendale e i profili interessati al ricorso all’assegno di ricollocazione”. Entro fine marzo ci sarà un incontro per verificare l’avanzamento del piano.
Il sindaco di Novi Rocchino Muliere poco tempo fa aveva espresso soddisfazione per la “Legge Pernigotti” presentata alla Camera dall’Onorevole Federico Fornaro che punta a impedire che si possa trasferire altrove la produzione portandosi via anche il marchio. “Credo rappresenti un contributo importante per difendere i marchi storici del made in Italy e legarli al territorio di produzione”. “Tale proposta – sottolinea però il Sindaco Muliere – può essere utile alla Pernigotti solo se il Governo riuscirà a predisporre un decreto entro il 5 febbraio prossimo, data in cui dovrebbe iniziare la procedura di cessazione dell’azienda e partire la cassa integrazione”. Il primo cittadino di Novi Ligure presente all’incontro al ministero ora si mostra palesemente critico: “È poco rispettoso il fatto che siano stati nominati due advisor, uno dal Governo e uno dalla proprietà. Quest’ultimo aveva l’obiettivo di vendere il settore ‘preparati per gelato‘ con marchio Pernigotti. Una situazione da noi sempre contrastata, che getta un cono d’ombra sulle prospettive dell’azienda”