Piazza Affari chiude a -1,03%, seduta no per banche e Telecom
Martedì difficile per Piazza Affari che paga l’incertezza sui mercati circa le prospettive dell’economia globale e la debolezza del settore bancario che paga oggi i deboli riscontri trimestrali arrivati da UBS.
L’indice Ftse Mib ha così chiuso in calo dell’1,03% a quota 19.437 punti bissando così il calo della vigilia. Il Fmi a Davos ha annunciato il taglio le stime di crescita mondiale al 3,5% nel 2019, ossia il ritmo di crescita più basso degli ultimi tre anni. Revisioni al ribasso soprattutto per l’Eurozona con taglio delle stime sull’Italia a +0,6%, stesso valore indicato venerdì scorso da Bankitalia.
Nuova seduta in profondo rosso per Telecom Italia, arrivata a cedere oltre il 7% a 0,441 euro per poi chiudere a -6,24%. Dopo aver lasciato sul terreno il 10% nelle due sedute precedenti, oggi le azioni Telecom hanno bucato al ribasso i minimi storici risalenti al lontanissimo 1993. Dopo la bocciatura da parte dell’Agcom del progetto di separazione volontaria della rete Telecom in una società ad hoc, ora il management di Tim starebbe studiando che strade intraprendere. Le ultime indiscrezioni vedono il fondo Elliott in pressing per convocare al più presto un tavolo sull’ipotesi di rete unica tra Telecom Italia e Open Fiber.
Tra le banche ribassi superiori al 2% per Banco BPM e Unicredit. Oltre ai deboli riscontri arrivati da UBS, in giornata un report di Fitch rimarca come le banche italiane sotto diretta supervisione Bce dovranno fare i conti con una maggiore pressione per ridurre gli stock di Npl.
Infine, segno meno per Generali (-0,52%) che ha lanciato un bond subordinato da 500 milioni di euro che ha avuto una calda accoglienza degli investitori istituzionali con domanda 13 volte il quantitativo offerto. Il rendimento di assegnazione del bond decennale è stato del 3,875%, il coupon più basso mai pagato dal gruppo assicurativo triestino su una emissione subordinata.