Rischio manovra bis? Savona: ‘è una malattia mentale’. Il ministro ‘europatito’ attacca anche Bankitalia
Credibilità delle istituzioni sempre più in pericolo. A fronte di un Matteo Salvini che tuona contro il Fondo Monetario Internazionale, definendo l’istituzione di Washington minaccia per l’economia mondiale , il ministro degli Affari europei Paolo Savona attacca Bankitalia e quelle associazioni e organi di informazioni e di analisi che temono per l’Italia l’arrivo di una manovra correttiva. Era stato in particolare il quotidiano La Repubblica, nei giorni scorsi, a parlare di shock del Tesoro e di una manovra bis fino a 8 miliardi.
Qualche giorno più tardi, era arrivato anche l’alert della CGIA di Mestre su una manovra prima dell’estate.
Niente di tutto questo, rassicura Paolo Savona:
“Torna una fissazione, quella che io considero una malattia mentale e cioè che occorra fare una manovra correttiva”, afferma il ministro, nel corso di un intervento a un convegno di Confindustria Energia sul tema delle infrastrutture.
Ma Savona non si ferma qui e si scaglia anche contro Bankitalia, in particolare contro la decisione degli economisti di Palazzo Koch di rivedere al ribasso le stime sulla crescita del Pil italiano dal +1% precedente (che rimane la stima attuale del governo M5S-Lega), al +0,6%. Lo stesso tasso previsto dal Fondo Monetario Internazionale, nell’aggiornamento del World Economic Outlook diramato a Davos.
Per Savona la stima di Bankitalia sul Pil italiano deve essere considerata “inaccettabile”.
“Io dico sempre che il futuro ce lo dobbiamo costruire noi – aggiunge – La crescita dello 0,6 è se non si fanno gli investimenti. Ma se riusciamo a mobilitare gli investimenti, cresceremo più dello 0,6%. Se gli investimenti saranno aumentati dell’1% riusciremo a spostare il Pil in dodici mesi dell’1%”.
Insomma, a suo avviso non si possono considerare solo “le previsioni econometriche che incombono sul Paese e che diventano il bicchiere mezzo vuoto di cui si discute”.
Qualche giorno fa, intervenendo a Cagliari a un convegno sul futuro dell’ Europa, Savona aveva ammesso:
“Dobbiamo arrivare all’unione politica, che sarà inevitabile”. L’economista aveva tuttavia messo in evidenza i limiti delle politiche dell’Unione europea, precisando in quell’occasione di essere un ‘europatito’, non un ‘euroentusiasta’.