Professioni: serviranno 193mila tecnici nei prossimi 3 anni, ma 1 su 3 sarà introvabile
E’ caccia al tecnico professionista. Nei prossimi tre anni le imprese avranno bisogno di 193mila figure professionali nei settori della meccanica, dell’ICT, dell’alimentare, del tessile, della chimica e del legno-arredo, sei tra i settori più rilevanti del Made in Italy. Ma in 1 caso su 3 saranno introvabili, a causa della scarsa offerta formativa soprattutto per le competenze tecnico-scientifiche medio-alte. Questi i risultati della ricerca di Confindustria sul fabbisogno delle imprese nel triennio 2019-2021 in 6 settori chiave del Made in Italy presentati oggi nel corso della XXV Giornata Nazionale Orientagiovani.
I nuovi posti di lavoro si genereranno grazie all’andamento economico dei settori produttivi e alle necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita. Le stime tengono conto anche dell’introduzione, in via sperimentale nello stesso triennio 2019-21, del sistema di pre-pensionamento Quota 100. Si prevede infatti che, nei sei settori considerati, ai circa 172mila nuovi posti di lavoro dello scenario “base”, se ne aggiungeranno ulteriori 20mila in conseguenza di Quota 100. Tuttavia, “Quota 100 non è una misure per i giovani – ha precisato il vice presidente di Confindustria per il capitale umano, Giovanni Brugnoli – Forse libererà dei posti di lavoro, ma non risolve il mismatch tra offerta formativa e domanda delle imprese. Con il rischio di lasciare un vuoto di competenze fin quando non avremo un sistema educativo che permetterà una rapida professionalizzazione”. Occorre dunque puntare su una formazione più aperta all’industria, privilegiando le scuole, gli ITS e le università che sono più aperte al mondo del lavoro e che valorizzano il know-how e le tecnologie delle imprese.
Ecco le figure professionali più ricercate settore per settore
Nello specifico, le previsioni indicano che saranno 68mila i nuovi posti di lavoro nel settore della meccanica. Di questi, circa un terzo saranno disponibili per professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (come ingegneri, progettisti e specialisti in scienze informatiche) e per professioni tecniche come tecnici della gestione dei processi produttivi e conduttori di impianti produttivi.
Nei settori della chimica, della farmaceutica e della fabbricazione di prodotti in gomma e plastica, si prevede per il prossimo triennio una domanda di lavoro pari a circa 18mila addetti. In questo settore, le professioni tecniche, scientifiche e di elevata specializzazione (come l’analista chimico, il ricercatore farmaceutico e il tecnico di laboratorio) rappresenteranno dalla metà ai due terzi delle figure professionali richieste.
La domanda di lavoro delle imprese dell’ICT (operanti nell’industria elettrica ed elettronica, nell’industria ottica e medicale o esercenti servizi informatici e di telecomunicazione) è stimata sui 45mila persone nel triennio 2019-2021. In particolare, in prospettiva le figure professionali più richieste saranno, tra le altre, l’analista programmatore, il progettista/sviluppatore di software e app, il progettista di apparecchiature informatiche e loro periferiche e il progettista di impianti per le telecomunicazioni.
Nell’orizzonte temporale di riferimento, gli ingressi nel settore alimentare, delle bevande e del tabacco saranno 30mila. Inoltre, il fabbisogno occupazionale del settore tessile si attesterà a 21mila lavoratori, mentre nell’industria del legno-arredo la domanda di lavoro consisterà in quasi 11mila nuovi ingressi. In tutti e tre questi settori, le professioni più richieste riguarderanno figure quali gli operai specializzati (tra i quali, ad esempio, gli artigiani della tessitura artistica, della lavorazione del legno e i modellisti di capi di abbigliamento) e i conduttori e manutentori di attrezzature elettriche, elettroniche e di impianti.