Ferrari torna a essere il marchio più “forte” al mondo, ma Amazon resta la regina per valore economico
L’Italia torna ad affermarsi in una classifica mondiale grazie a Ferrari. A distanza di cinque anni il Cavallino Rampante è nuovamente il marchio più “forte” e “influente” al mondo tra i 500 big internazionali con maggiore valore economico. Si tratta di una delle principali novità nella classifica Brand Finance, società che effettua la valutazione economica dei brand e fa consulenza strategica. (Clicca Qui per consultare la classifica e report Brand Finance Global 500 per il 2019).
“I fattori che hanno fatto la differenza sul rafforzamento di Ferrari sono l’annuncio di importanti investimenti per realizzare 15 nuovi modelli, di cui alcuni ibridi, e il fatto che già a maggio dello scorso anno, fosse stata venduta tutta la produzione 2018, e parte della produzione 2019“, si legge nello studio firmato da Brand Finance che presenta ufficialmente la classifica durante il World Economic Forum che apre oggi i battenti a Davos. “Ferrari ha distanziato gli altri 14 brand AAA+ ‘estremamente forti’ di cui fanno parte sia marchi molto noti come Rolex e Coca Cola, sia meno noti come la banca cinese ICBC e il sistema di messaggistica cinese We Chat. Il rafforzamento del brand ha consentito di incrementare il valore economico del trademark Ferrari del 27%, raggiungendo così 8,3 miliardi di valore originato dall’immagine della marca”. Commentando il risultato della Rossa di Maranello Massimo Pizzo, managing director Italia di Brand Finance ha dichiarato: “Come primo produttore al mondo di auto di lusso, Ferrari ha un livello di riconoscimento indiscusso per design e innovazione. Il logo del cavallino rampante è il simbolo perfetto della forza e della vitalità del brand che ha recentemente pianificato nuovi modelli ed è in grado di estendersi al di fuori del settore auto”.
Il predominio di Amazon e le big tech di Wall Street non cambia
Diverso il discorso se si guarda ai brand con maggiore valore al mondo 2019. E così se si scorre la Brand Finance Global 500 2019, la classifica dei trademark ordinati per valore economico, le prime posizione se lo sono spartite le big del mondo tech americano. Nessuno è riuscito a spodestare Amazon che si mantiene la prima posizione, mentre sono in difficoltà Apple, Samsung e le compagnie telefoniche.
La crescita del 25%, di valore economico originato dall’immagine e dalla reputazione, ha portato il trademark Amazon all’impressionante valore di 187,9 miliardi di dollari, che supera di 30 miliardi Apple, che si posiziona al secondo posto in classifica. “Il servizio impareggiabile offerto da Amazon ai clienti, continua a tenere altissima l’immagine e la reputazione della marca, contribuendo così a successi commerciali, come la vendita record di oltre 100 milioni di prodotti durante le offerte dell’ultimo Prime Day, e al superamento del valore di 1.000 miliardi a Wall street”, commenta Brand Finance, sottolineando che l’accelerazione nello sviluppo del cloud, oltre a favorire Amazon (AWS), consente la buona crescita in valore di Google (+18%) e soprattutto di Microsoft (+47%), rispettivamente al terzo e al quarto posto. La posizione di leadership sia nel gaming (Xbox) sia nel cloud, hanno contribuito a far crescere notevolmente il valore del trademark Microsoft perché si prevede un grande sviluppo nel gaming su cloud.
Ancora alla ricerca dell’Italia. Scalando ben 78 posizioni nella classifica dei brand ordinati per valore economico, Poste ha performato xdecisamente meglio di tutti gli altri brand italiani. La forte crescita di Poste è dovuta soprattutto alla buona reputazione presso chi acquista prodotti assicurativi, al dinamismo in soluzioni come Postepay e alla conseguente buona prospettiva di crescita.
Nonostante la scalata di Poste, i brand italiani in classifica restano ancora (in tutto sono nove). Il motivo? Innanzi tutto è riconducibile al fatto che la Global 500 premia i brand in grado produrre maggiore valore economico assoluto (e quindi brand molto efficaci, ma di piccole e medie dimensione, difficilmente entrano in classifica). D’altra parte, la dimensione medio piccola delle imprese italiane dipende – oltre che dalla difficoltà di fare business e dalla scarsa voglia di rinunciare a parte dell’indipendenza – anche dalla strategia di marketing mix poco efficace nel rendere il brand unico e quindi diverso dai competitor. “Le eccellenze in Italia non mancano, soprattutto nei settori in cui siamo leader, ma la maggior parte delle imprese italiane sottovalutano l’importanza dell’immagine – troppo associata alla pubblicità e troppo poco associata all’esperienza complessiva dei clienti, per i quali la sola qualità del prodotto non è abbastanza”, ha dichiarato Massimo Pizzo.