Borsa Tokyo +0,28%, mercati Cina chiusi. Futures Usa deboli, dollaro australiano oscilla post RBA
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dello 0,28% a 27.078,48 punti. I mercati di Cina, Hong Kong, Corea del Sud e Singapore sono chiusi per festività.
Futures Usa deboli nella prima seduta di febbraio, dopo che Wall Street ha chiuso gennaio riportando i cali più forti, su base mensile, dall’inizio della pandemia, nel marzo del 2020.
I futures sul Dow Jones e sullo S&P 500 sono piatti, mentre quelli sul Nasdaq avanzano dello 0,20% circa.
Un assist all’azionario del Giappone è arrivato con la pubblicazione dell’indice Pmi manifatturiero stilato congiuntamente da Jibun Bank e da Markit, relativo al mese di gennaio, che è stato rivisto al rialzo a 55,4 punti, rispetto ai 54,6 punti della lettura preliminare.
Il dato si è attestato al record degli ultimi otto anni, dal febbraio del 2014, migliorando rispetto ai 54,3 punti di dicembre e confermando la fase di espansione, in quanto superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori al di sotto – e fase per l’appunto di espansione (valori al di sopra).
Meglio delle attese anche il tasso di disoccupazione del Giappone, che si è attestato al 2,7%, scendendo dal precedente 2,8% e facendo meglio del 2,8% atteso dal consensus degli analisti. Il numero dei posti di lavoro disponibili per ogni 100 persone in cerca di una occupazione è stato pari a 116, come da attese, e in rialzo rispetto ai 115 precedenti.
L’azionario dell’area Asia Pacifico ha beneficiato anche della decisione dell’RBA (Reserve Bank of Australia) di mantenere invariato il target sul tasso di interesse al minimo storico dello 0,10%.
La banca centrale australiana ha annunciato inoltre la fine del suo programma di Quantitative easing, precisando che gli ultimi acquisti di asset avverranno il prossimo 10 febbraio. Il QE della RBA prevede acquisti di asset per un valore di 4 miliardi di dollari australiani la settimana.
Ma forte è stata la delusione per il dato australiano relativo alle vendite al dettaglio, che sono scese a dicembre del 4,4%, molto peggio del rialzo atteso dagli analisti, pari a +3,9%.
Il rallentamento è stato notevole rispetto al rialzo precedente, a livelli record, del 7,3%.
Il nulla di fatto dell’RBA ha fatto capitolare il dollaro australiano fino a -0,52% nei confronti del dollaro Usa. La valuta ha poi segnato una forte ripresa e ora sale dello 0,14% a $0,7074. La borsa di Sidney ha chiuso in rialzo dello 0,49%.