Prestiti per acquistare l’auto: si scopre cartello e scatta multa dell’Antitrust. Al via class action
Si scopre un nuovo vaso di Pandora, quello delle case automobilistiche e delle loro finanziarie che per circa 15 anni in Italia hanno fatto cartello imponendo condizioni svantaggiose sui finanziamenti accesi per l’acquisto dell’auto in concessionaria a ignari consumatori. E così è scattata una multa record da parte dell’Antitrust, pari a 678 milioni di euro, e si avviano le class action per risarcire chi è stato coinvolto.
L’Antitrust ha accertato l’esistenza di un cartello, ossia di un’intesa restrittiva della concorrenza, teso ad alterare le dinamiche concorrenziali nel mercato della vendita di auto attraverso finanziamenti erogati dalle finanziarie o cosiddette captive banks. In altre parole, chi dal 2003 al 2017 è entrato in concessionaria per un acquisto a rate dell’auto ha trovato pacchetti predefiniti che includevano prestiti, polizze o a copertura del credito finanziate. Automobilisti indotti a comprare prodotti abbinati, ricevendo informazioni distorte. Offerte allineate verso l’alto guidate dagli scambi di informazioni tra i soggetti sanzionati dall’Antitrust, che rappresentano una fetta enorme del mercato auto.
Ecco i nomi. Per le case automobilistiche: BMW, Daimler, FCA Italy, Ford, General Motors, Renault, Toyota e Volkswagen. Per gli operatori finanziari le captive banks, quelle banche delle società sopra indicate o con quote di partecipazione significative nelle società: Banca PSA Italia, Banque PSA Finance, Santander Consumer Bank, BMW Bank GmbH, Mercedes Benz Financial Services Italia, FCA Bank, CA Consumer Finance, FCE Bank, General Motor Financial Italia, RCI Banque, Toyota Financial Services, Volkswagen Bank GmbH.
Cartello ha gonfiato costi di finanziamento in concessionaria
Il cartello ha avuto delle conseguenze sulla trasparenza delle offerte ai consumatori e avrebbe tenuto elevati i costi dei finanziamenti concessi agli automobilisti che acquistavano una automobile a rate, impedendo di godere dei tariffe più vantaggiose garantite in caso di una corretta concorrenza tra operatori.
L’opacità dell’offerta in questo settore è presente da anni. Altroconsumo lo aveva documentato e denunciato con indagini e mistery shopping già nel 2017. “Avevamo sentito puzza di bruciato già due anni fa e abbiamo documentato le irregolarità e i comportamenti illegittimi con nostre indagini e denunce – ha commentatoIvo Tarantino, responsabile relazioni esterne Altroconsumo, che sta lavorando per ottenere risarcimenti rispetto ai danni subiti.
Class action al via per risarcire i consumatori coinvolti
Date le intese, molti consumatori hanno pagato interessi più alti del dovuto e a condizioni peggiori, da qui la volontà di diverse associazioni dei consukmatori di avviare una class action. ”Un’azione collettiva risarcitoria per compensare i contratti gonfiati conclusi dai clienti in concessionaria per l’acquisto di un’auto”, annuncia Altroconsumo, ma non solo. Sul piede i guerra anche il Codacons che chiede che ora tutti gli utenti che tra il 2003 e il 2017 abbiano contratto finanziamenti per acquisto di auto tramite le società sanzionate dall’Antitrust siano rimborsati delle maggiori somme pagate a causa dell’intesa anticoncorrenziale messa in atto da case automobilistiche e società finanziarie.