Aumento Iva, Tria: ‘clausole salvaguardia aumentate, governo dovrà fare sforzo maggiore’
Lo spettro della manovra correttiva e dell’aumento dell’Iva negli anni 2020 e 2021 continua ad assillare gli italiani, e stavolta le rassicurazioni dei due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini non hanno molta presa. Tra l’altro, lo sforzo maggiore che l’Italia dovrà necessariamente fare negli anni successivi al 2019 è stato confermato dallo stesso ministro Giovanni Tria che, in un’intervista a 24 mattino di Radio 24, ha fatto notare che l’aumento dell’Iva negli anni successivi era stato messo già in conto, ma che per l’appunto, con le clausole di salvaguardia che sono aumentate, lo sforzo del governo sarà a questo punto superiore.
“Per gli anni 2020 e 2021 era già previsto un forte aumento dell’Iva. Certamente adesso le clausole di salvaguardia sono state aumentate e significa che si dovrà fare uno sforzo molto maggiore rispetto a quello che si è fatto di quest’anno. Poi si vedrà, ma oggi era necessario cercare di rientrare con i conti per evitare una procedura di infrazione”.
Nell’intervista, Tria ha fatto riferimento anche al prelievo sulle pensioni d’oro, parlando di una misura temporanea:
“Parliamo di pensioni non basse, non d’oro, ma innanzitutto si tratta di un provvedimento temporaneo, anche perché se non lo fosse sarebbe incostituzionale. Si chiedono un po’ di sacrifici ma non molti. Quando si fa una redistribuzione del reddito, siccome non si creano soldi dal nulla, bisogna fare una scelta politica”.
Il titolare del Tesoro ha negato inoltre che ci sia stato un effetto Francia sulla decisione della Commissione europea di non lanciare la procedura di infrazione contro l’Italia.
A suo avviso, è accaduto esattamente il contrario. L’Italia sarebbe stata osservata praticamente con uno spirito ancora più critico, nel timore che altri paesi potessero pretendere da Bruxelles una flessibilità eccessiva. Così Tria:
“I problemi che si sono creati in Francia hanno reso la Commissione più rigida verso l’Italia”, dal momento che “la parte più rigorista era preoccupata che, essendo meno rigida con l’Italia, poi ci sarebbero state altre richieste da parte di altri Stati”.
Ottimismo, infine, sul fatto che la manovra del governo M5S-Lega venga approvata:
“Siamo a fine dicembre, fino a gennaio non vedo cosa possa andare storto“.
Riguardo alle parole proferite mercoledì scorso dal numero due della Commissione europea Valdis Dombrovskis, ovvero che l’Ue potrebbe ritornare sulla sua decisione di non avviare la procedura di infrazione, nel mese di gennaio, Tria si è mostrato tranquillo: “E’ soltanto un’osservazione dovuta al fatto che ovviamente noi abbiamo detto quello che avremmo fatto. La manovra di bilancio deve essere approvata in Parlamento, è tutto qui. È chiaro che il commissario Dombrovskis, evidentemente, ha voluto sottolineare che si aspetta che la proposta italiana di bilancio sia approvata in Parlamento. Ma questo ovviamente è scontato”.