Bankitalia: debito pubblico ancora in salita a ottobre. Cosa attendersi nel 2019?
Il debito pubblico continua a seguire una parabola ascendente. A ottobre il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 3,2 miliardi di euro rispetto al mese precedente, raggiungendo quota 2.334,4 miliardi. Nel mese di settembre il debito si era attestato a quota 2.331,3 miliardi. Lo rende noto la Banca d’Italia che ha pubblicato stamattina il supplemento al bollettino statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”. “L’incremento corrisponde al fabbisogno del mese – spiega Bankitalia -, la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (1 miliardi, a 48,7) è stata compensata dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio.
Se si osserva la ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali ha mostrato un aumento di 3 miliardi e quello delle amministrazioni locali di 0,2 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. A ottobre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 31,4 miliardi, in diminuzione del 2,7 per cento (0,9 miliardi) rispetto al dato dello stesso mese del 2017. Nei primi dieci mesi del 2018 le entrate tributarie sono state pari a 339,7 miliardi, sostanzialmente in linea con il dato del 2017; al netto di alcune disomogeneità contabili si può stimare che l’andamento delle entrate tributarie sia stato più favorevole.
Le previsioni di Mazziero Research: fine anno in calo, ma impennata nel 2019
La salita del debito pubblico è destinata a proseguire anche a novembre a circa 2.348 miliardi di euro per poi scendere a dicembre tra 2.329 e 2.334 miliardi. Queste le previsioni pubblicate nei giorni scorsi da Mazziero Research che si attende una nuova impennata “nel primo semestre del 2019 sino a giugno tra 2.378 e 2.410 miliardi”. “Resta un’ampia variabilità al riguardo non essendo ancora stato approvato il bilancio 2019”, precisa, tuttavia, Maurizio Mazziero.