Bankitalia boccia la Tari: imposta patrimoniale (occulta) sui poveri, meglio pagare in base ai rifiuti prodotti
La tassa sui rifiuti così come è concepita in Italia va a sfavorisce le famiglie a basso reddito e non incentiva un uso più responsabile delle risorse ambientali. Bankitalia boccia a tutto campo la Tari in un rapporto sul prelievo locale sui rifiuti in Italia ritenendo che la tassa sui rifiuti dovrebbe essere modificata includendo nuovi parametri di calcolo della tariffa.
Secondo il paper di palazzo Kock a firma di Giovanna Messina, Marco Savegnago e Andrea Sechi, la gestione dei rifiuti ha caratteristiche idonee all’applicazione di una tariffa commisurata all’entità dei rifiuti prodotti, con risvolti positivi sia sotto il profilo della finanza locale sia sul piano ambientale. Una tariffa commisurata ai rifiuti prodotti assolve difatti alla funzione pigouviana di includere nei costi privati di chi inquina le esternalità negative sopportate dall’intera collettività.
Come funziona la Tari
In Italia tale servizio è invece finanziato con una tassa, di fatto assimilabile a un’imposta patrimoniale (la Tari). La Tari, rimarca il paper di Bankitalia, non discrimina adeguatamente fra famiglie in base alla produzione di rifiuti e presenta effetti redistributivi peculiari a sfavore dei nuclei con redditi più bassi.
Con una benefit tax più equità e meno sprechi
Una riconfigurazione del prelievo in chiave tariffaria porterebbe benefici non solo in termini di efficienza – per gli incentivi ad un utilizzo più responsabile delle risorse pubbliche e di quelle ambientali – ma anche in termini di equità, poiché rimuoverebbe i profili di regressività dell’attuale tariffa.