Usa-Cina: Trump apre a soluzione caso Huawei, esulta per acquisti cinesi ‘incredibili’ di semi di soia
E’ sempre presto per dirlo, soprattutto quando si tratta di Stati Uniti e di Cina. Ma le ultime notizie lasciano sperare che prima o poi un accordo per scongiurare l’escalation della guerra commerciale arriverà. Stavolta, messaggi positivi arrivano dallo stesso presidente americano Donald Trump, che si dice disposto a intervenire, se necessario, nel caso Huawei.
Si tratta del caso che vede protagonista Wanzhou Meng, CFO del colosso cinese che più volte è stato considerato una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti.
Meng è stata arrestata in Canada, su richiesta degli Stati Uniti, facendo risalire alle stelle la tensione tra Washington e Pechino, e alimentando i dubbi sulla tregua sui dazi doganali di 90 giorni decisa dalle controparti nel G20 di Buenos Aires.
L’arresto è avvenuto lo scorso 1° dicembre ed è stato richiesto da Washington, sulla base del sospetto secondo cui Huawei avrebbe violato le sanzioni americane contro l’Iran, vendendo al paese attrezzature tlc.
Più volte di recente, in un contesto dove parlare di guerra commerciale tra gli Usa e la Cina è diventato normale, Huawei è finita nel mirino dell’intelligence americana per i suoi tentativi di accesso alla rete 5G.
Da segnalare che Meng, oltre a essere direttore finanziario del gigante cinese, è anche figlia del fondatore dello stesso, Ren Zhengfei, non solo tra i businessman più potenti della Cina ma anche membro eletto del 12esimo Congresso Nazionale del Partito Comunista della Cina, che ha servito tra l’altro anche l’esercito, prima di ritirarsi nel 1983.
Le ultime notizie e dichiarazioni lasciano sperare ora in una chiusura positiva del caso. Intanto, il Canada ha rilasciato la donna su cauzione. Ciò significa che la manager potrà rimanere nella propria abitazione di Vancouver, in attesa di una sua possibile estradizione verso gli Stati Uniti (l’eventualità di una estradizione, che gli Stati Uniti potranno chiedere entro i prossimi 60 giorni, di certo non depone a favore di una distensione dei rapporti Usa-Cina).
La cauzione è stata fissata a 10 milioni di dollari canadesi. Libertà dunque per Meng, a cui è stato fatto indossare tuttavia un GPS per controllare i suoi spostamenti.
Quasi contestualmente, una dichiarazione sul caso è stata rilasciata dallo stesso Trump:
“Sicuramente interverrei (nel caso Huawei) se lo ritenessi necessario, e se pensassi che fosse una cosa positiva per quello che si confermerebbe di certo il più grande accordo commerciale mai realizzato in precedenza: cosa molto importante e positiva per la sicurezza nazionale”.
Sulle trattative commerciali con la Cina, Trump ha inoltre precisato:”Non mi hanno ancora chiamato, stanno parlando con la mia gente, ma non mi hanno ancora chiamato”.
Intervistato da Reuters, il presidente ha reso noto anche che la Cina “sta acquistando quantità incredibili di semi di soia” americani. Altro segnale di distensione, dopo che nelle ultime ore l’attenzione si è focalizzata sui rumor provenienti da Pechino, secondo cui la Cina sarebbe pronta a tagliare i dazi doganali imposti sulle auto prodotte in Usa dal 40% al 15%.
Insomma, qualche ragione per sperare nell’arrivo, prima o poi, di una intesa, sembra esistere. Tra l’altro, in un’intervista rilasciata a Reuters, è stato lo stesso presidente americano a confermare che la Cina sta guardando al possibile taglio dei dazi doganali sulle auto prodotte in America, al 15%, “immediatamente, e in modo molto veloce”.
Gli Usa, ha aggiunto, non alzeranno le tariffe suoi beni cinesi, fino a quando non sarà chiaro che sarà possibile, per Washington e Pechino, raggiungere un accordo. Sui dazi contro il Giappone e l’Unione europea, il presidente ha affermato che la loro eventuale imposizione dipenderà dalle trattative con entrambe le parti.