Futures Usa positivi, ma S&P e Nasdaq confermano correzione. Indice paura Vix a record ottobre 2020
Futures Usa positivi, dopo la chiusura negativa di Wall Street, che ha confermato la fase di correzione in cui sono entrati sia il Nasdaq che lo S&P 500.
In particolare, il Nasdaq viaggia a un valore inferiore del 17,6% rispetto al massimo testato a novembre, mentre lo S&P 500 è al di sotto del suo precedente record del 10,2%.
La settimana è destinata chiudersi in rosso per la borsa Usa: con il Dow Jones orientato a chiudere in territorio negativo per la quarta settimana consecutiva, in calo dello 0,3%. Su base settimanale lo S&P 500 ha perso l’1,62% mentre il Nasdaq ha segnato un calo dell’1,4%, e si appresta a chiudere in rosso per la quinta settimana negativa.
Nella sessione di ieri, il Dow Jones ha chiuso piatto, con una variazione negativa pari a -0,02% a 34.160,78 punti; il Nasdaq è sceso dell’1,40% a 13.352,78 punti, mentre lo S&P 500 ha segnato un ribasso dello 0,54% a 4.326,51 punti.
Focus sull’indice della paura, il Cboe Volatility Index (VIX), termometro della volatilità dei mercati, volato in settimana al record dall’ottobre del 2020, oltre la soglia dei 30 punti.
I futures Usa sono positivi, con quelli sul Dow Jones che balzano di 168 punti, quelli sullo S&P 500 che fanno +0,67% e quelli sullo S&P in rialzo dell’1,22%.
Market mover principale dei mercati è stata la riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che ha reso noto che, “con l’inflazione ben superiore al 2% e un mercato del lavoro solido, la Commissione prevede che sarà presto appropriato alzare il range del target per i tassi sui fed funds”.
Il numero uno della Fed, Jerome Powell, ha poi sottolineato che “siamo d’accordo sul fatto di alzare i tassi a marzo” e che, riguardo alla riduzione del bilancio o anche Quantitative Tightening, “potremmo muoverci prima e più velocemente” rispetto a quanto previsto in precedenza. D’altronde, ha rimarcato Powell, “i miglioramenti del mercato del lavoro sono diffusi e significativi” e i “rischi sull’inflazione rimangono rivolti verso l’alto”.
Prima dell’avvio della giornata di contrattazioni, è stato pubblicato il dato relativo al Pil Usa del quarto trimestre del 2021, salito del 6,9% su base annua, ben oltre le attese di una espansione pari a +5,5%, a dispetto dei timori legati a Omicron.
Il 2021 si chiude così per gli Stati Uniti con un corposo +5,7%, ossia il miglior ritmo di crescita dal lontano 1984.