Insurrezione contro ecotassa su auto inquinanti, rischio patrimoniale occulta sui “Panda people”
E’ allarme rosso per gli automobilisti italiani. L’introduzione di una tassazione sull’acquisto di auto a benzina o diesel, insieme a incentivi per l’acquisto di auto elettriche, inserita nella Manovra 2019 ha scatenato forti polemiche con diverse voci che lanciano allarme su consumi e anche occupazione.
L’incentivo di 6 mila euro all’acquisto di auto elettriche, che al momento costano più delle classiche auto a benzina e diesel, rischia di tramutarsi in una patrimoniale occulta sulla fetta meno abbiente della popolazione, i cosiddetti “Panda People”, mentre i vantaggi andrebbero a chi copra le più costose auto elettriche.
Fino a 1.000 euro di ecotassa su acquisto Panda 1.2
Prendendo ad esempio proprio la Panda, il modello più venduto in Italia, l’Anfia calcola che l’acquisto di una Panda 1.2 (vettura non ibrida con le più basse emissioni di CO2), con il nuovo sistema comporterebbe una ecotassa tra 400 e 1.000 euro.
“Dopo quanto è successo in queste ultime settimane in Francia con la protesta dei gilet gialli – argomenta Paolo Zabeo della CGIA – ci vuole un certo coraggio proporre una misura come questa che, di fatto, tasserebbe i poveri per favorire i ricchi”.
CGIA: a rischio 50mila posti di lavoro
La CGIA avverte inoltre che incentivando l’elettrico a scapito delle auto alimentate a benzina o diesel, molti meccanici auto, ad esempio, rischierebbero di veder crollare il proprio fatturato, visto che le auto elettriche presentano pochissime parti mobili. E non è da escludere che tra elettrauto e meccanici nel giro di un paio di anni sarebbero almeno 50 mila addetti che sarebbero costretti a trovarsi un altro lavoro.
Tanti contraccolpi da penalizzazioni su Euro 6
“La proposta così come presentata invece di costituire una soluzione peggiorerà il problema sia dell’inquinamento, sia delle entrate dello Stato, sia dell’impatto sul mercato e, conseguentemente, sui livelli occupazionali delle nostre aziende in cui oggi sono impiegati più di 120.000 addetti”, argomenta Adolfo De Stefani Cosentino Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto, che aggiunge: “Paradossalmente l’incentivazione di auto nuove più ecologiche prevista dalla proposta sarebbe già nettamente inferiore a quanto il mercato ad oggi ha espresso per le vetture con emissioni di CO2 inferiori a 90 g/km”.
La penalizzazione di autovetture Euro 6 porterebbe le seguenti conseguenze: un rallentamento del rinnovo del parco senza eliminare le vetture più inquinanti e comporterebbe inoltre un minore gettito di IVA e IPT dovuto ad una riduzione del mercato che non compenserebbe neppure in minima parte il maggior gettito derivante dal ‘malus’.
Codacons parla di tassa incostituzionale
Sul piede di guerra anche le associazioni dei consumatori. “Non è possibile colpire ancora una volta gli automobilisti, che rappresentano la categoria di utenti più tartassata d’Italia – afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – I governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno utilizzato gli automobilisti come “bancomat”, inserendo tasse a loro carico e aumentando le accise ogni volta che serviva reperire risorse economiche e trovare coperture finanziarie, e ancora una volta siamo in presenza di un emendamento teso a colpire unicamente tale categoria di cittadini”. La tassa sulle auto, argomenta Rienzi, sarebbe incostituzionale perché introdurrebbe discriminazioni a danno di una sola tipologia di contribuenti e rappresenterebbe esclusivamente un sistema per fare cassa. “L’unica possibilità per il Governo per introdurre un balzello di tale tipo è quella di adottare un pacchetto completo di misure finalizzato a migliorare l’ambiente nelle città, limitare la circolazione delle auto private e potenziare il trasporto pubblico nelle aree a maggiore criticità come Roma, dove i mezzi pubblici sono al collasso. Solo dopo aver fatto questo, sarà possibile prevedere tassazioni sull’acquisto delle auto”, conclude Rienzi.