Ftse Mib avvia dicembre con il sorriso, Saipem e Banco BPM davanti a tutti
Acquisti convinti a Piazza Affari nella prima seduta di dicembre. A dare sprint ai mercati è l’atteso accordo a margine del G20 tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo cinese Xi Jinping, in occasione della riunione del G20 di Buenos Aires. I due Paesi hanno siglato una tregua nella guerra dei dazi con Trump che ha posticipato di 90 giorni l’aumento delle tariffe al 25% su merci cinesi valutate $200 miliardi, che sarebbe dovuto scattare a partire dall’1 gennaio 2019. Dal canto suo la Cina si è impegnata ad importare una “grande quantità” di beni statunitensi tra cui agricoli, petroliferi ed industriali, rimuovendo allo stesso tempo le tariffe del 40% sulle auto importate dagli USA. L’aumento delle tariffe sarebbe dovuto entrare in vigore da inizio 2019.
L’indice Ftse Mib ha chiuso in rialzo del 2,26% a quota 19.622 punti. Parallelamente lo spread è sceso a ridosso di quota 280 pb. Gli asset italiani beneficiano anche dei rumor circa l’intenzione del governo di rivedere gli obiettivi di bilancio per il 2019 con deficit in area 1,9%-2% rispetto al 2,4% indicato nella Manovra 2019.
Forte rialzi per i titoli del settore oil (+5,51% Saipem, +3,43% Tenaris e +1,84% Eni) in scia al rally del petrolio, reduce dal peggior mese degli ultimi dieci anni.
Tra le banche primeggia ancora una volta Banco Bpm (+6,28% a 2,198 euro) dopo l’accordo con Crédit Agricole per rafforzare la partnership nel settore del credito al consumo in Italia, in particolare la leadership e le quote di mercato di Agos Ducato. L’accordo prevede l’acquisizione di ProFamily da parte di Agos per 310 milioni di euro. Sul fronte cessione Npl, le offerte ricevute permetterebbero di completare un’operazione superiore al previsto per un ammontare complessivo fino a 7,8 miliardi. Ora l’a.d. di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, indica come prossimi obiettivi la vendita di immobili e quella di Utp (Unlikely To Pay). L’ad ha inoltre detto di aspettarsi il Cet1 nella parte alta della forchetta 11-11,5% indicata come obiettivo dall’istituto dopo l’accordo su riassetto credito al consumo e cessione Npl.
Rialzo di oltre il 3% per Intesa Sanpaolo che ha perfezionato l’accordo, firmato e reso noto al mercato il 17 aprile scorso , per una partnership strategica riguardante i crediti deteriorati, comprendente la costituzione di una piattaforma di servicing detenuta al 51% da Intrum e al 49% da Intesa Sanpaolo e la cessione e cartolarizzazione di un portafoglio di crediti in sofferenza del Gruppo Intesa Sanpaolo. L’operazione comporta una plusvalenza di circa 400 milioni di euro dopo le imposte nel conto economico consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo nel quarto trimestre 2018.