Manovra, Conte smorza i toni ma ribadisce no ad austerità. Di Maio: ‘no guerra Ue, ma non tradiremo Italia’
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio abbassano i toni, auspicando un dialogo con l’Ue dopo la bocciatura della manovra M5S-Lega. Entrambi, tuttavia, puntano il dito sulla necessità di non apportare modifiche alle riforme considerate chiave, come per altro aveva detto anche il vicepremier Matteo Salvini, in merito all’intenzione ribadita di smontare pezzo per pezzo la riforma Fornero sulle pensioni. Il messaggio all’Europa e agli italiani è chiaro: questo non sarà il governo dell’austerità. Lo dice chiaramente il premier Conte, in una informativa urgente alla Camera:
“Non abbiamo accolto le loro raccomandazioni in materia di aggiustamento strutturale, perché non compatibili con lo stato congiunturale della nostra economia e con il nostro disegno di politica economica, più orientato alla crescita che non all’austerità”.
Per questo, Conte ha reso noto che il governo italiano potrà inviare all’Europa le sue “controdeduzioni” sulla legge di bilancio, e che fornirà “una replica ben articolata ed esaustiva, allo scopo di illustrare i programmi e le decisioni”.
Nella risposta all’Ue “ribadiremo e puntualizzeremo gli effetti della manovra sulla crescita: ci sarà un’accelerazione degli investimenti e rimodulazione in Parlamento di alcuni interventi se possono accrescere gli effetti positivi sulla crescita senza alterare ratio e contenuti”.
L’obiettivo resta quello, al di là di possibili rimodulazioni: convincere Bruxelles che la manovra sosterrà la crescita in Italia e non a discapito della traiettoria discendente del debito:
“Ribadiremo che il Governo ha già messo in campo azioni finalizzate a favorire una rapida discesa del debito, attraverso la dismissione di assets non strategici già nel 2019, per un valore pari a circa l’1% del PIL. Ribadiremo inoltre che il Governo ha già previsto strumenti di stretto monitoraggio della spesa, allo scopo di garantire il rispetto assoluto del rapporto deficit/PIL nel 2019″.
Toni più concilianti anche da parte del vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, intervistato da La Repubblica:
“Da parte nostra ci sarà il massimo dialogo, ma non possono chiederci di tradire gli italiani”.
“Non si tratta di fare la guerra all’Europa, ma di rispettare le promesse. E non è che facciamo tutto subito perché abbiamo esigenze politiche: il nostro obiettivo è mettere in sicurezza parti di società che non possono aspettare”. Detto questo, “la condivisione e il dialogo sono valori alla base di tutta la nostra permanenza nell’Unione europea e siccome noi vogliamo restare è giusto che si dialoghi”. E sullo spread, Di Maio sottolinea che “è normale che in questi giorni, in attesa della decisione europea, ci fosse grande preoccupazione sui mercati”. Ma “adesso c’è un punto di partenza chiaro, la procedura è avviata, lo spread comincia a scendere”.