Roubini lancia allarme su manovra: ‘gigantesco autogol che scatenerà recessione’. Ed ecco come l’Ue punirà Roma
Mentre perfino (l’ex?) euroscettico Paolo Savona inizia, nelle vesti di ministro degli Affari europei, a non sembrare più convinto della manovra, e mentre tutti gli italiani si chiedono che fine, a questo punto farà il paese, in rotta di collisione ormai conclamata con Bruxelles, e se davvero Davide riuscirà a battere Golia, un allarme viene lanciato da Nouriel Roubini, economista e professore della NYU University, famoso per aver previsto la crisi subprime Usa.
Roubini risponde a un tweet postato da Davide Serra, numero uno del fondo Algebris, definendo la manovra M5S-Lega un “gigantesco autogol, che scatenerà ora una recessione in Italia, visto che l’allargamento dello spread provocherà un altrettanto gigantesco irrigidimento delle condizioni finanziarie“.
A massively expensive price to pay for a 0.5% fiscal slippage. Massive self-inflicted own goal that is now leading to a recession as the spread widening is causing a massive tightening in financial conditions in Italy https://t.co/CyoaXsYnCj
— Nouriel Roubini (@Nouriel) November 22, 2018
Un prezzo gigantesco da pagare, per una deviazione dello 0,5%, scrive ancora Roubini, mentre il mondo intero si chiede quale sarà la punizione che l’Unione europea, tradita nelle sue regole di bilancio dal governo gialloverde, infliggerà all’Italia.
Tra le punizioni c’è di tutto: Bruxelles potrebbe comminare multe, congelare i fondi Ue, dare il via anche a un processo in stile Grande Fratello sul debito pubblico, decidendo di monitorare, praticamente, l’emissione di nuovi bond sovrani italiani.
Le punizioni possono essere calendarizzate nel seguente modo:
Entro il prossimo 5 dicembre i vice ministri delle Finanze della Commissione economica e finanziaria dell’Unione europea (EFC) daranno la loro opinione sul rapporto della Commissione europea, assicurando secondo le previsioni il loro sostegno, come è accaduto all’inizio di questo mese quando, nella riunione dell’Eurogruppo dedicata alla manovra italiana, i ministri delle finanze dell’Eurozona hanno appoggiato le raccomandazioni della Commissione.
Dopo il 5 dicembre: una volta ricevuto il sostegno dell’EFC, la Commissione potrà raccomandare l’apertura formale di una procedura disciplinare, inviando a Roma l’opinione secondo cui il deficit italiano è eccessivo, e chiedendo il sostegno ai ministri delle finanze dell’Unione europea.
Il 13-14 dicembre, i leader dell’Unione europea si incontreranno in occasione del consueto summit di fine anno di Bruxelles, nel corso del quale discuteranno di diverse questioni economiche, inclusa quella relativa alla necessità di promuovere un’integrazione dell’Eurozona più profonda. I capi di stato potrebbero mettere sotto pressione il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per cercare di convincerlo ad apportare modifiche alla manovra. Ma in questa fase le pressioni rimarrebbero ancora in una fase informale.
21 gennaio: I ministri delle finanze dell’Eurozona si incontreranno nel primo meeting mensile dell’anno. In questa occasione, potrebbero dichiarare formalmente che il deficit italiano è eccessivo. A quel punto, sempre in occasione della riunione, i ministri potrebbero decidere di sostenere le raccomandazioni della Commissione su cosa l’Italia dovrebbe fare per adeguarsi alle regole dellì’Unione europea, dando a Roma un tempo di 3-6 mesi per agire. Se si riifiutasse di correggere la manovra, a quel punto Roma potrebbe essere colpita dalle sanzioni, che non sono state mai imposte, finora, nei confronti di qualsiasi paese dell’area euro.
23-26 maggio: elezioni del Parlamento europeo. I funzionari dell’Ue hanno affermato che, se saranno prese prima delle elezioni europee, le decisioni inerenti alle sanzioni potrebbero finire con l’essere accantonate per un periodo di tempo indefinito.
Come misura precauzionale, Bruxelles potrebbe chiedere all’Italia di accantonare un deposito infruttifero, una sorta di cauzione, pari allo 0,2% del suo Pil. La decisione potrebbe essere presa entro 20 giorni dall’avvio formale di una procedura di infrazione, che potrebbe scattare a gennaio. Una volta che la procedura disciplinare sarà aperta, la Commissione europea potrebbe fissare una scadenza per gli inizi di marzo, per permettere all’Italia di agire per ridurre il suo debito.
Nel caso in cui Roma non rispettasse quella scadenza, l’Ue procederebbe con sanzioni ancora più severe, tra cui l’imposizione di una multa pari allo 0,2% del Pil, la sospensione di miliardi di euro di finanziamenti europei e il monitoraggio fiscale da parte della Commissione e della Bce, che includerebbe anche l’invio di missioni in Italia, come avvenne nel caso della Grecia durante il bail-out.
Se il governo M5S-Lega insistesse ancora ad andare dritto per la sua strada, continuando a non cooperare, l’Italia potrebbe essere colpita da una multa pari a fino lo 0,5% del Pil, vedersi tagliare i prestiti di miliardi di euro erogati dalla European Investment Bank (di cui lo scorso anno è stata, tra l’altro, principale beneficiaria), ed essere sottoposta all’occhio vigile dell’Ue nei suoi piani di emissione di nuovo debito.