Bocciatura manovra, il Day After, alert Conte su spread. Moscovici: ‘non sono Babbo Natale, troppo facile sparare al pianista’
“Uno spread elevato non ci aiuta, noi dobbiamo lavorare tutti… affinché si possa tutti, dando un piccolo contributo, contribuire a rasserenare questo clima”. In attesa di incontrare il numero uno della Commissione europea Jean-Claude Juncker, nella speranza di scongiurare il peggio per l’Italia dopo la bocciatura della manovra da parte di Bruxelles, il premier Conte parla della questione spread e invita tutti ad abbassare i toni. A essere preoccupato per lo spread è anche il vicepremier Matteo Salvini che tuttavia non mostra alcun segnale di apertura nei confronti dell’Ue, nel Day After la bocciatura della legge di bilancio. Dalle pagine del Corriere della Sera, parla anche il commissario agli Affari economici e monetari della Ue, Pierre Moscovici. Il commissario francese è rimasto evidentemente colpito dalla frase proferita da Salvini su Babbo Natale. Ieri, Salvini ha dato dei grafomani ai funzionari Ue per le lettere che inviano all’Italia invitandola a fare i compiti e a rispettare le regole di bilancio. E ha anche fatto una battuta mettendoci in mezzo Santa Claus: “È arrivata la lettera da Bruxelles sulla manovra. Embè? Tanto io aspettavo anche quella di babbo Natale”. Diverse le polemiche esplose per i toni con cui si è rivolto a Bruxelles, in un giorno non proprio felice per l’Italia, visto che il paese ora rischia la procedura di infrazione.
Dalle pagine del Corriere della Sera, Moscovici ha detto di non essere Babbo Natale:
“Non mi sono messo il vestito rosso o la barba bianca e non sono Babbo Natale: sono il commissario agli Affari Economici e penso si debbano trattare queste questioni con rispetto reciproco, serietà e dignità. Non con disinvoltura e un’ironia che stride. Diamoci da fare perché c’è tanto lavoro, in questa situazione che nessuno ha voluto. Certo non noi. Il dialogo non è un’opzione, è un imperativo”.
Moscovici non ha risparmiato stoccate nei confronti di Salvini, contro cui si è spesso scagliato:
“Abbiamo lanciato un processo, ma il seguito non è già scritto: né il ritmo, né la traiettoria di riduzione del deficit e del debito. Per questo la disinvoltura non è la risposta adatta: troppo facile sparare sul pianista. Noi siamo un elemento, ma gli Stati decidono e l’Italia è sotto lo sguardo di tutti i governi, unanimi nel pensare che il Paese non sia sulla strada giusta. Tutti sono preoccupati per la rotta che allontana la riduzione del debito e rischia di non creare crescita. Semmai, l’opposto”.
Alla domanda sul rischio che la severità di Bruxelles finisca per alimentare le simpatie per i populismi soprattutto in vista delle elezioni europee del prossimo anno, Moscovici ha risposto che, di fatto, questo rischio “è la ragione per cui l’atteggiamento della Commissione è prudente. Il nostro compito non è picchiare più forte o più in fretta per far muovere i mercati. Né prendere posizione nel dibattito italiano: non ho commenti sull’opportunità di fare un programma sulla povertà o sulle infrastrutture”.
Mentre, alle accuse secondo cui sarebbero proprio i commenti della Commissione a far salire la febbre spread, il commissario ha spiegato: “Non è il termometro che provoca la febbre, è la febbre che fa salire il termometro. A far reagire imercati non sono i commenti della Commissione, sempre prudenti. A maggior ragione dato che abbiamo a che fare con un governo che sappiamo essere particolare e con certi leader politici a volte aggressivi. Non sono sicuro che sarei altrettanto cauto con un altro governo”.
Poi, la rivelazione sul perchè abbia proferito quella frase “piccoli Mussolini”, che in Italia ha scatenato una serie di reazioni più o meno aggressive sui social network e non solo:
“Quando ho parlato di “piccoli Mussolini”, mi stavo riferendo a una procedura lanciata dall’Europarlamento su un altro Paese. Ma stranamente in Italia c’è chi ha creduto di riconoscersi, non so perché. Invece nella mia funzione di commissario rispetto il ruolo istituzionale di Salvini e Di Maio e sono amichevole verso l’Italia, sostenitore della flessibilità, nemico delle sanzioni e fra i più moderati. Così fu con i precedenti governi italiani, così è con questo”.
Quale dialogo però potrà essere lanciato con l’Italia? Il punto è che anche oggi Salvini e il vicepremier Luigi Di Maio hanno ribadito tutta l’intenzione di andare avanti con la manovra, senza cambiarla. E lo stesso premier Giuseppe Conte, nonostante le dichiarazioni sullo spread, ha ricordato che “l’Italia non è disposta a rinunciare ‘a nulla’ se si tratta di difendere gli interessi degli italiani.
Dal canto suo, Di Maio si è così espresso:
“La procedura di infrazione va discussa. Io credo nella discussione e spero ci sia un dialogo perchè noi vogliamo spiegare le nostre ragioni, del perché la procedura di infrazione non sia giusta in quanto la nostra manovra vuole ridurre il debito pubblico aiutando le fasce più deboli della popolazione”. Il vicepremier pentastellato ha aggiunto che la legge di bilancio “è un modo di affrontare la riduzione del debito diverso, capisco che siano disorientati perchè le ricette del passato erano totalmente diverse, ma hanno fatto salire il debito pubblico. Noi stiamo facendo una manovra per far scendere il debito pubblico”.
Simili anche se più accese le dichiarazioni di Salvini:
“chiedo rispetto per il popolo italiano: ogni anno mandiamo 5 miliardi a Bruxelles, e siccome paghiamo chiedo almeno il rispetto. Bruxelles non ha mai mosso un dito sulle manovre del passato, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, andava tutto bene per Bruxelles, non per gli italiani perché il debito è aumentato di 300 miliardi. Ora che facciamo qualcosa di diverso, perché gli italiani ce lo hanno chiesto, protestano”.
“Noi passi indietro non ne facciamo – ha rincarato la dose il ministro dell’Interno – sanità, diritto alla salute che non si tocca, 1000 ricercatori universitari”. In manovra “non abbiamo messo dei soldi a caso, c’è una idea di Italia che cresce. Se poi con Bruxelles vogliamo parlare di investimenti”, ha proseguito il vicepremier citando le alluvioni che hanno colpito diverse regioni italiane, “la tutela territorio, i fiumi e le montagne: per carità di Dio! Però siccome sono soldi degli italiani chiederemo di spenderli per gli italiani”.