Manovra e ispettori Fmi, l’Italia non arretra. Ma alert Istat: ‘scenario mutato inciderà sui conti’
Procedura di infrazione in arrivo per l’Italia? Certo, i presupposti non sono buoni. Tutto dipende dalla risposta alla lettera con cui l’Ue ha bocciato la manovra che, entro la scadenza di domani 13 novembre, il governo M5S-Lega dovrà dare. Nel fine settimana, nuovi rimbrotti sono arrivati dal numero uno della Commissione europea, Jean-Claude Juncker:
“Le regole esistono per essere rispettate – ha tuonato Juncker, stando a quanto ha riportato l’Ansa – soprattutto dall’Italia, che negli ultimi anni ha beneficiato di tutti gli elementi di flessibilità che abbiamo aggiunto alla griglia di lettura economica del patto di stabilità”.
Questa flessibilità, ha aggiunto, “ha consentito all’Italia di spendere 30 miliardi in più rispetto a quanto avrebbe potuto spendere se il patto di stabilità non fosse stato arricchito di questi elementi di flessibilità di cui l’Italia è la prima beneficiaria. Così come è la prima beneficiaria del piano di investimenti Juncker e la seconda dei fondi strutturali. Capisco i problemi dell’Italia ma capisco anche quelli degli altri”.
Nulla di nuovo dall’Ue, dunque, che continua a sperare che l’esecutivo giallo-verde cambi idea, mentre il Corriere rende noto che in Italia arriveranno, nei prossimi giorni, gli ispettori del Fondo Monetario Internazionale.
Ma da parte di Tria & Co. non ci sarebbe alcuna intenzione di rimettere mano alla legge di bilancio per far contenta Bruxelles, almeno per quanto concerne i contenuti.
L’unica cosa che il governo sarebbe disposto a fare, riportano oggi alcuni giornali italiani, è rivedere al ribasso le stime sulla crescita del Pil del 2019, e andare così incontro all’outlook di Bruxelles, contenuto nelle previsioni economiche d’autunno che sono state pubblicate la scorsa settimana.
L’obiettivo di questa mossa sarebbe quello di mostrare alla Commissione l’impegno a non sforare il target sul deficit-Pil fissato al 2,4%.
Tra l’altro, proprio oggi, nel corso di un’audizione sulla manovra, il numero uno dell’Istat ha parlato di “un mutato scenario economico” che “potrebbe influire sui saldi di finanza pubblica, in modo marginale per il 2018, ma in misura più tangibile per gli anni successivi”.
Troppe le indicazioni che arrivano dal fronte macroeconomico – vedi produzione industriale giù anche a settembre – e che sembrano ormai confermare all’unisono che quel target di crescita del Pil, pari a +1,5%, che il governo M5S-Lega prevede per il 2019, sia ormai una utopia. Lo stesso esecutivo potrebbe dunque abbassare il capo, sulla questione, e tagliare l’outlook sul prodotto interno lordo dell’anno prossimo.
Detto questo, è improbabile che l’Ue accetti quest’unico stratagemma, e il rischio è che, a partire dal prossimo 21 novembre, l’opzione di lanciare una procedura di infrazione contro l’Italia per deficit eccessivo si concretizzi da un giorno all’altro.
Ma neanche l’arrivo degli ispettori dell’Fmi a Roma spaventa Salvini che, anzi, fa una battuta: “Gli ispettori a Roma? Ci mancano Derrick e il tenente Colombo, poi li abbiamo tutti. Vorrei che ci lasciassero lavorare in pace. Le manovre dei geni che ci hanno preceduto, a cui Juncker applaudiva, hanno massacrato l’economia”.