Fed Put ormai morta? Stavolta Jerome Powell & Co hanno ‘un problema serio’
Addio Fed put per salvare i mercati? Sembra proprio di sì: l’espressione “Fed put” indica una situazione che vede la Fed soccorrere i mercati attraverso il lancio di misure di politica monetaria accomodante: qualcosa che la banca centrale americana ha fatto praticamente sempre negli ultimi anni, da vera paladina di Wall Street.
Originariamente, la Fed Put era stata chiamata Greenspan Put, in quanto riferita alle numerose volte in cui l’ex presidente della banca centrale Usa salvò la borsa Usa, intervenendo nel momento in cui gli smobilizzi sull’azionario si facevano più pesanti.
Si può dire che poi, anche con altri timonieri della Fed, l’abitudine di correre in soccorso dei mercati è entrata con il tempo nel Dna della banca centrale.
E’ quanto è accaduto alla fine del 2018, per esempio, quando la Fed ha abbandonato la sua politica restrittiva di rialzi dei tassi proprio per risollevare le quotazioni della borsa Usa, che erano scivolate scontando una banca centrale più hawkish.
L’ultima volta è stato nell’anno dell’esplosione della pandemia, ovvero nel 2020, quando la Fed di Jerome Powell ha lanciato di nuovo un salvagente ai mercati, iniettando una liquidità monstre che non per niente è stata definita una sorta di bazooka anti-Covid.
L’azione salvifica della Fed, insomma, negli ultimi anni, non è mai mancata, tanto che la banca centrale è stata spesso accusata di essere stata la principale artefice delle bolle dell’azionario.
Fed put ormai Kaput? Borsa Usa lasciata al suo destino
Stavolta, tuttavia, la Fed potrebbe decidere – o potrebbe aver già deciso – di lasciare la borsa Usa al suo destino.
A fronte dei continui capitomboli dell’azionario, che si stanno manifestando in questi giorni, con il Nasdaq martoriato dai sell al punto da essere scivolato in fase di correzione, le scommesse dei mercati sulle strette monetarie sono rimaste intatte.
I mercati degli swap continuano a mostrare infatti che le aspettative sono di un aumento dei tassi di 25 punti base a marzo, e di un rialzo di 100 punti base circa per tutto il 2022.
La Federal Reserve sta snobbando i mercati?
“L’idea di una Fed put e di una Fed che continuerà a essere sempre lì a salvarmi dalle cattive decisioni di investimento che ho preso non è certo una politica di investimenti che può essere valida per un periodo lungo di tempo – ha commentato lo short seller leggendario Jim Chanos, in un’intervista rilasciata alla Cnbc – E il fatto che (la Fed) salvi il mercato azionario in corrispondenza di alcuni livelli predeterminati di perdite…credo che si tratti di un’idea davvero molto pericolosa da sostenere”.
D’altronde, con un tasso di inflazione Usa che viaggia al 7%, ai massimi degli ultimi 40 anni, la Fed ora non ha più una scusa valida per fare dietrofront rispetto alla politica monetaria restrittiva in cui si è imbarcata.
La banca centrale, ha commentato a Barron’s Ed Yardeni, direttore generale di Yardeni Research, ora “ha un problema serio e, anche se lo S&P 500 dovesse entrare in correzione (e ieri durante la sessione così è stato), la Fed dovrà ignorarlo, in quanto è rimasta indietro (nel combattere l’inflazione), e la sua credibilità è a rischio“.
Detto questo, è ancora presto per parlare di fine di Fed Put, come fa notare Barron’s nell’articolo Is the ‘Fed Put’ Kaput? Gone for Now but Not for Good. Ovvero: “La Fed Put ha fatto Kaput? Per ora è andata, ma non per sempre”.
Per ora, c’è un motivo preciso che avalla che il nulla di fatto della Fed: la Fed put si è manifestata storicamente in concomitanza con il timore che gli Stati Uniti scivolassero in una fase di recessione; questa volta, invece, la preoccupazione principale della banca centrale americana è quella di evitare il surriscaldamento dell’economia.
Insomma, la Fed non teme la recessione, ma la fiammata dell’inflazione: una ragione in meno per non intervenire a favore dell’azionario.