Governo M5S-Lega incassa sostegno Trump su manovra. Draghi sotto attacco, le critiche di Savona e Bagnai
La promozione dell’Italia da parte di Donald Trump non è solo sul fronte dell’immigrazione, ma anche su quello della legge di bilancio. Con un post su Twitter, Trump ha detto di aver “parlato con il primo ministro Giuseppe Conte in merito a molti argomenti, tra cui il fatto che l’Italia sta ora prendendo una linea molto difficile per l’immigrazione clandestina”. In un altro tweet ha aggiunto: “Concordo con la loro posizione 100%, e anche gli Stati Uniti stanno prendendo una linea molto dura sull’immigrazione clandestina. Il primo ministro sta lavorando duramente per l’economia italiana e avrà successo!”. E’ da questo secondo tweet che trapelerebbe l’appoggio dell’amministrazione Usa alla manovra del governo M5S-Lega che tanto sta facendo preoccupare Bruxelles.
Unendo questi commenti a quelli che sono stati proferiti l’altro ieri dal presidente russo Vladimir Putin, nella conferenza stampa successiva all’incontro a Mosca con il premier Giuseppe Conte, sembra che l’Italia gialloverde goda del sostegno sia della Russia che degli Stati Uniti, mentre si scontra con l’Unione europea e anche con il numero uno della Bce Mario Draghi, che ha osato voltare le spalle a Roma.
Le prime critiche del governo contro Draghi sono arrivate dal ministro per gli Affari europei Paolo Savona.
Nell’intervista a Sky tg24, Savona ha ricordato l’intreccio pericoloso tra gli istituti di credito e il debito sovrano italiano che hanno in pancia: “Io dico chiaramente che se lo spread si innalza e nessuno interviene per calmierarlo, tipico compito delle banche centrali, la caduta dei titoli mette in difficoltà le banche”. Savona ha richiamato di conseguenza Draghi:
“Proprio la Bce dovrebbe, secondo il ministro, “indicare una soluzione ai problemi…e quindi intervenire... è un dovere che non deve essere rinviato”.
Stamattina, un’altra critica contro il banchiere centrale è arrivata dall’economista e presidente della Commissione Finanze al Senato Alberto Bagnai, in un intervento a Radio Anch’Io:
“A me sembra improprio che il massimo responsabile della stabilità finanziaria in Europa emetta degli allarmi, seppur poi velati e temperati, circa la tenuta delle banche di un paese che è sotto il controllo della sua vigilanza. Se ascoltiamo tutte le dichiarazioni di Draghi di ieri vediamo che c’è anche un apertura al fatto che le politiche non convenzionali possano proseguire se le condizioni lo richiederanno. E quali sono le condizioni? Per esempio quelle che la BCE si è data e non riesce ad ottenere e cioè che l’inflazione raggiunga stabilmente l’obiettivo del 2%”.
Tornando al sostegno dalla Russia, con Putin che si è detto pronto ad acquistare i BTP, un allarme è arrivato dall’economista tedesco Daniel Gros, intervistato da La Stampa: “Se si parla di Russia e di debito vuol dire che si mette male”. Il titolo dell’articolo-intervista a Gros dice tutto.
L’economista e direttore del Ceps (Centre for European Policy Studies) ha esordito facendo un parallelismo con la Grecia, esattamente con quanto avvenne nel 2015 quando il governo di Alexis Tsipras chiese aiuto alla Russia. La Stampa ricorda le promesse del Cremlino, poi mai avverate, facendo notare come l’obiettivo dei russi fosse solo quello di creare un po’ di scompiglio nell’Unione europea, al fine di bloccare le sanzioni economiche:
“La Russia che promette di finanziare il debito pubblico italiano? Mi sembra un film già visto. Visto quello che è successo con la Grecia, quando un governo inizia a sventolare la bandiera del possibile aiuto russo, è un brutto segnale. Vuol dire che le cose si metteranno male. E di questo se ne stanno accorgendo tutti”.
Gros rincara il suo scetticismo su uno scenario in cui Putin inizi a comprare il debito italiano. “Magari può comprare qualche BTP, ma certamente non sarebbe in grado di fare la differenza”.
L’apertura di Putin ha piuttosto una valenza politica, secondo l’esperto, ed è tesa “a dire al governo e soprattutto ai cittadini italiani: vedete, sono io il vostro amico, il vostro salvatore, non quelli di Bruxelles che vogliono farvi sprofondare. Obiettivo? Dividere l’Europa, secondo Daniel Gros. “Lo fa per un suo tornaconto politico”.