E’ deciso: manovra resta così com’è, Tria risponde a Ue. Conte: ‘anche Moody’s crede nei fondamentali Italia’
Niente da fare, sulla legge di bilancio l’Italia ha deciso: andrà dritta per la sua strada, nonostante quell’avvertimento contenuto nella lettera che l’Ue ha inviato a Roma la scorsa settimana. Lettera firmata dal commissario agli Affari economici economici e monetari Pierre Moscovici e dal numero due della Commissione europea, il vicepresidente Valdis Dombrovskis, in cui si leggeva chiaramente come la manovra rappresentasse una “deviazione senza precedenti” rispetto alle regole del Patto di stabilità e di crescita. L’Italia del M5S-Lega non ha evidentemente paura del rischio di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles, così come non teme un eventuale effetto Moody’s (che in realtà non c’è stato) sulle scelte di investimento dei risparmiatori italiani e non.
Lo si evince dalla lettera con cui il ministro dell’economia Giovanni Tria ha risposto alla missiva inviata da Bruxelles, e lo si evince anche dalle dichiarazioni che il premier Giuseppe Conte rilascia alla stampa estera, in riferimento sia alla risposta di Tria, che ad altri temi. Anzi, Conte sembra essere più che sereno anche sul fronte Moody’s, che ha sì rivisto al ribasso il rating sul debito italiano a un livello superiore di appena un gradino rispetto a quello junk, ma che ha anche risparmiato all’Italia il marchio “junk”.
Le valutazioni delle agenzie di rating destano “sempre molta apprensione”, ma “ritengo che l’outlook stabile, e anche i mercati a caldo l’hanno segnalato, dimostri che anche da parte di Moody’s ci sia la convinzione che i fondamentali dell’Italia sono buoni”.
Insomma, prosegue il premier, “l’Italia gode di buona salute, c’è stata un po’ di fibrillazione per questa manovra, ma è stata ben meditata e pensata, sposando fondamenti delle teorie economiche più accreditate: se c’è recessione bisogna contrastarla. Abbiamo un forte consenso politico, un piano di riforme incredibile, proviamo a invertire questo trend. E a beneficiarne non è solo l’Italia ma anche gli altri partner europei”.
Il messaggio è chiaro: non ci sarà alcun dietrofront da parte dell’esecutivo gialloverde. I target incisi sul NaDef rimangono quelli: rimane quello soprattutto il target deficit-Pil per il 2019 fissato al 2,4%, rispetto allo 0,8% che era stato concordato dal governo precedente di Paolo Gentiloni.
“Il Governo è fiducioso che quanto esposto sia sufficiente a chiarire l’impostazione della manovra di bilancio e che quest’ultima non esponga a rischi la stabilità finanziaria dell’Italia, né degli altri paesi membri dell’Unione europea – si legge nella lettera di Tria – Riteniamo infatti che il rafforzamento dell’economia italiana sia anche nell’interesse dell’intera economia europea. Pur riconoscendo la differenza delle rispettive valutazioni, il Governo italiano continuerà nel dialogo costruttivo e leale così come disciplinato dalle regole istituzionali che governano l’Area Euro. Il posto dell’Italia è in Europa e nell’area Euro”.
Da un lato, dunque, Roma ribadisce la necessità che l’Italia continui a far parte dell’Ue e dell’euro. Dall’altro lato, chiede che la manovra venga compresa da Bruxelles. Lo stesso premier Conte afferma che “nella lettera all’Ue vogliamo spiegare la nostra manovra”.
“Già in questa lettera abbiamo spiegato perché l’abbiamo impostata in questi termini – aggiunge il presidente del Consiglio – abbiamo spiegato la direzione della nostra politica economica, gli obiettivi che intendiamo raggiungere. Ma siamo disponibili a metterci a un tavolo per proseguire una interlocuzione con la Commissione europea”.
“Abbiamo ribadito nella lettera che è stata spedita poco fa che noi siamo assolutamente in Europa, vogliamo dialogare con le istituzioni Ue, vogliamo che quest’interlocuzione si svolga nello spirito di un dialogo costruttivo, non mettiamo in discussione il ruolo della commissione Ue”.
Ancora Conte, dosa carota e bastone parlando dei rapporti tra l’Italia e l’Europa:
“Leggete le mie labbra: non c’è possibilità di Italexit o di uscita dell’Italia dall’euro e dall’Eurozona”. Lo ha detto, in inglese, il premier Giuseppe Conte, parlando alla Stampa Estera. “L’Italia non denuncia i trattati che ha sottoscritto”, risponde, interpellato da un giornalista.
Ma il monito all’Europa non manca:
“L’Italia è stata Paese fondatore, ed è per un’Europa ancora più ambiziosa, più solidale e più responsabile di quella di ora”. E “oggi l’Europa sta rischiando molto perchè non riesce più a incrociare il sogno dei cittadini europei. Si è creata una frattura tra i governi europei e i cittadini europei. È facile dire che è colpa dei populisti. Ma è una spiegazione che significa rinunciare a pensare a cosa si può fare per migliorare e perseguire negli anni il sogno europeo. Sono anni che l’Europa langue, attraverso una fase debole”.