Italiani e scelte d’investimento: tasso di risparmio giù, ancora scarsa la cultura finanziaria (rapporto Consob)
Italiani rimandati in cultura finanziaria. Dall’ultimo rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane per il 2018 emerge che la conoscenza delle famiglie italiane rimane contenuta. In media, un intervistato su due non è in grado di definire correttamente nozioni finanziarie di base; il dato scende a meno di uno su cinque nel caso di concetti avanzati. Prima di mettersi alla prova, tuttavia, il 40% del campione dichiara di avere, nel complesso, un livello elevato di conoscenze finanziarie, anche se la stessa valutazione ex ante riferita alle singole nozioni oggetto di indagine registra in genere percentuali inferiori. Tra gli strumenti più conosciuti i titoli di Stato (indicati dal 54% degli intervistati), mentre solo il 10% del campione è in grado di ordinare correttamente alcune opzioni di investimento per livello di rischio.
Da Consob segnalano inoltre che la ricchezza netta delle famiglie italiane rimane stabile sui livelli del 2012, ma il tasso di risparmio lordo (rispetto al reddito disponibile) continua ad attestarsi al di sotto della media dell’area euro. Nel dettaglio, a fine 2017 risultava pari al 9,7% rispetto all’11,8% della media della zona euro. “La crisi del 2007-2008 – sottolinea Consob – ha segnato un punto di caduta che sembrava destinato al recupero tra il 2012 e il 2014, rivelatosi poi solo temporaneo”.
La maggior parte del campione mostra un’elevata avversione alle perdite, dichiarando di non essere orientata all’assunzione di rischio nelle scelte di investimento. “Tali attitudini sono più frequenti al crescere dell’età e della propensione all’ansia finanziaria, mentre risultano negativamente correlate con le conoscenze finanziarie, la preferenza per le informazioni numeriche, l’apprezzamento per le attività impegnative sul piano cognitivo e la ricchezza”, si legge nel rapporto.
A fine 2017 il tasso di partecipazione delle famiglie italiane al mercato finanziario si attesta al 29%: dopo i depositi bancari e i prodotti postali, le attività che pesano di più nel portafoglio degli investitori sono i fondi comuni e i titoli di Stato. Ed è non ancora elevato l’interesse nei confronti degli investimenti etici e socialmente responsabili (SRI), che sono ancora poco conosciuti: più del 60% degli intervistati, infatti, dichiara di non averne mai sentito parlare
Dove vengono acquisite le informazioni utili per le scelte di investimento? Le famiglie italiane si avvalgono prevalentemente di persone che operano nel settore finanziario (ad esempio, il funzionario di banca con cui sono in contatto), persone di fiducia (amici e colleghi) e fonti informative specialistiche; documenti ufficiali come i prospetti finanziari vengono citati soltanto dal 25% degli intervistati. Tra coloro che dichiarano di seguire un solo stile decisionale (75% del campione), spiega Consob, la metà ricorre ai consigli di amici e parenti (cosiddetta consulenza informale), poco più del 20% si affida alla consulenza professionale ovvero delega un esperto, mentre il 28% sceglie in autonomia.