Salvini su Ue: ‘pronti a entrarci in casa in nome spread’. Su decreto fiscale: ‘Di Maio ha letto il testo’
“Dobbiamo resistere, sono pronti ad entrarci in casa in nome dello spread. Bisogna tener duro come hanno tenuto duro i nostri genitori e i nostri nonni”. Lo ha detto il vicepremier leghista Matteo Salvini a Cles, in Trentino.
“Io sono il ministro di un’Italia serva di nessuno”.
Ancora prima, nel corso di un’intervista a La Stampa, commentando l’alta tensione M5S-Lega esplosa a seguito delle accuse lanciate dal vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, secondo cui il decreto fiscale sarebbe stato manipolato da “una manina”, laddove disciplina la misura della pace fiscale, Salvini si era così espresso:
“Una cosa dev’essere chiara: ribaltoni, inciuci e tranelli la Lega non ne fa. Noi manteniamo la parola data”.
Ancora:
“Il decreto è quello scritto. In Consiglio io c’ero, Di Maio pure, Conte ce lo ha letto com’è scritto e l’abbiamo approvato. Mi sembra un enorme equivoco. Pericoloso, però: tutti in Europa non vedono l’ora di attaccarci, non è bene dargliene l’occasione. Ma per quel che mi riguarda, il decreto quello è e quello resta”.
Le dichiarazioni sono state proferite prima dell’apertura mostrata pochi minuti fa. Salvini ha detto infatti che ci sarà anche lui al CdM indetto dal premier Giuseppe Conte per la giornata di domani, al fine di rivedere il decreto fiscale.