Tria e Savona troppo ottimisti su Pil? L’attenti di Bankitalia: ‘debito, per Italia grande moltiplicatore di turbolenze’
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria cerca per l’ennesima volta di rassicurare gli italiani e i mercati finanziari sulla legge di bilancio, mentre lo lo spread segna nuovi massimi, a fronte di tassi sui BTP decennali che sfiorano il 3,7%. Il ministro, tuttavia, non sembra neanche particolarmente preoccupato per il boom sia dei rendimenti che del differenziale visto che, nel corso dell’audizione sulla nota di aggiornamento al deficit (Nadef) presso le commissioni di Bilancio di Camera e Senato, afferma che “finora non c’è stata alcuna esplosione” dello spread.
Inoltre, per Tria l’incertezza sui mercati “è legata al dubbio sul cosiddetto piano B e stiamo ripetendo che non c’è, già collegialmente il governo lo ha chiarito”.
Secondo il ministro, dunque, quando la manovra sarà spiegata bene, lo spread potrà ritornare a un livello normale.
La legge di bilancio viene di nuovo difesa e Tria tende la mano all’Unione europea, soffermandosi sulla necessità di “abbassare i toni”:
“La Commissione europea ha espresso preoccupazione” riguardo alla deviazione dal percorso concordato sulla riduzione del deficit – ha ricordato – Ma “ora inizia una fase di confronto costruttivo sulla strategia di crescita del governo delineato nella manovra”. E “in questo confronto costruttivo voglio dichiarare il mio accordo con il Presidente della Camera, sulla necessità di abbassare i toni”.
Tria, qualche ora dopo la notizia relativa alla decisione dell’Fmi di tagliare le stime sull’Italia, concorda sul fatto che il ritardo della crescita italiana rispetto a quella europea “non è più accettabile”.
E’ “essenziale inquadrare fin da subito il contesto europeo che ci vede in ritardo – sottolinea – I risultati di crescita non hanno consentito nel passato decennio di diminuire il debito pubblico che è aumentato anche in rapporto al Pil. A questo punto il governo si è posto l’obiettivo di ridurre il divario di crescita con l’Europa per diminuire il rapporto debito-Pil”. Criticando l’operato dei governi precedenti, “è evidente che la strategia di contenimento attuata finora non è stata sufficiente”.
Per questo motivo, “occorre mettere al centro una strategia di aumento della crescita“.
E, così come Paolo Savona, che si è mostrato più che ottimista in un incontro con la stampa estera avvenuto ieri sera a Roma, anche Tria non manca di mostrarsi particolarmente ottimista sulla crescita del Pil:
“Le stime di finanza pubblica programmatiche sono ispirate da approccio prudenziale, la previsione si basa su ipotesi caute se non addirittura pessimistiche e penso che le stime possano essere ampiamente superate”. Più di una volta il ministro ribadisce che le previsioni “potranno migliorare significativamente”. Un ottimismo ben presente anche nel Savona-pensiero, se si fa riferimento alle dichiarazioni che il ministro per gli Affari europei ha proferito qualche ora fa. Dichiarazioni che fanno pensare alla possibilità che l’economia italiana possa fare addorittura il 3% nel 2020.
Nell’illustrare le misure della legge di bilancio, in particolare il reddito di cittadinanza, Tria ribadisce poi come il cavallo di battaglia del M5S possa riuscire a tamponare quei sentimenti di rabbia e di frustrazione che sono stati già espressi dalle fasce più deboli della popolazione, e che rischiano di diffondersi a macchia d’olio.
“E’ condizione necessaria intervenire con decisione per evitare sentimenti contrari al libero commercio e l’insorgere di sentimenti contrari all’Europa. Non si sta sui mercati globali senza reti per i perdenti e senza capacità di governare” la transizione tecnologica – ha detto, prima di ribadire che il reddito “verrà introdotto nel 2019”.
Nel commentare i dubbi, circolati negli ultimi giorni, secondo cui l’aumento dell’Iva, scongiurato per il 2019, potrebbe invece avvenire nel 2020 e 2021, il titolare del Tesoro ricorda poi che per quei due anni “gli obiettivi di deficit-Pil sono del 2,1% e dell’1,8% e che anche allora si troverà spazio per la riduzione dell’aumenti dell’Iva per 5,5 miliardi e 4 miliardi”.
BANKITALIA CAUTA SU DEF E MANOVRA
Toni decisamente improntati alla cautela sulla manovra arrivano invece, sempre nel corso di un’audizione sul NaDef, dal vicedirettore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini. Non mancano gli avvertimenti, sia sulla necessità di garantire le coperture per le misure previste dalla legge di bilancio, sia sugli effetti che le varie misure avranno sul Pil. Per Bankitalia, esiste il rischio che l’esecutivo giallo verde sia eccessivamente ottimista sul fattore crescita.
La stima del governo – afferma Signorini – “presuppone che i valori dei moltiplicatori delle misure espansive siano superiori a quanto generalmente stimato per l’Italia e che le misure delineate nella Nota forniscano uno stimolo all’attività già fin dai primissimi mesi dell’anno”. Ma “per una valutazione più compiuta occorrerebbero dettagli, non ancora disponibili, sulla composizione, sul disegno e sulle modalità di attuazione delle misure, incluse le relative coperture”.
Tra l’altro, “l’aumento dei trasferimenti correnti – quali quelli connessi con la spesa sociale -, così come gli sgravi fiscali, tendono ad avere effetti congiunturali modesti e graduali nel tempo; stimiamo che il moltiplicatore del reddito associato a questi interventi sia contenuto. Altro elemento di attenzione sono le coperture della manovra. Nel precisare in dettaglio gli interventi previsti, sarà opportuno evitare che a misure espansive permanenti facciano fronte anticipi di entrate, coperture temporanee o clausole di incerta applicazione”.
Fondamentale imbrigliare il debito pubblico che, secondo Bankitalia, è “per l’Italia, il grande moltiplicatore delle turbolenze”.
Così il vicedirettore di Bankitalia:
“Data la sua mole e la necessità di finanziarne ogni anno un ammontare non indifferente (circa 400 miliardi), la minaccia di innescare un circolo vizioso tra costo e incidenza del debito, con ripercussioni sull’economia reale, è sempre presente. Il debito è oggi detenuto per circa due terzi da soggetti e istituzioni italiane; ma ciò non lo isola dalla logica del mercato, che cerca il rendimento e fugge l’incertezza. Le oscillazioni del suo valore esercitano i propri effetti anche sui soggetti italiani, famiglie, imprese, istituzioni finanziarie, che lo detengono. In ultima analisi al debito pubblico fa riferimento una parte importante del nostro risparmio”.
E, considerato “l’elevato ammontare di titoli di debito che lo Stato italiano deve periodicamente collocare sul mercato, la possibilità dell’insorgere, anche improvviso, di turbolenze finanziarie, richiede che si dia chiarezza e certezza al percorso di rientro. La credibilità si alimenta da sé: consolidando la fiducia di risparmiatori e investitori, si fa scendere il premio al rischio sul debito della Repubblica, si agevola il percorso e lo si mette in sicurezza”.
Signorini ribadisce la necessità, così come ha fatto qualche ora prima il Fondo Monetario Internazionale, di non fare alcun dietrofront sulla riforma avviata con la legge Fornero.
“Per quel che riguarda le pensioni, le riforme introdotte negli ultimi venti anni “hanno significativamente migliorato sia la sostenibilità, sia l’equità intergenerazionale del sistema pensionistico italiano. È fondamentale non tornare indietro su questi due fronti, soprattutto quando i rischi per la sostenibilità dei conti pubblici aumentano anche a causa del peggioramento delle proiezioni demografiche”.