Def alle Camere, Tria scrive all’Ue. Alert da Bruxelles: ‘follia deviazione, rischio ristrutturazione debito’
Il braccio di ferro tra l’Italia e l’Unione europea sulla legge di bilancio inizia ufficialmente, con il ministro dell’economia Giovanni Tria che invia una lettera alla Commissione Ue per dare il via a un confronto e per confermare gli obiettivi del governo. Obiettivi che sono contenuti nella nota di aggiornamento al Def che approda alle Camere.
Intanto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra il numero uno della Bce Mario Draghi, che non manca di lanciare un alert sul contesto in cui la manovra del governo M5S-Lega sta per essere varata. Un funzionario Ue interpellato da Reuters, scrive Il Sole 24 Ore, parla in tutto questo di “follia della deviazione” rispetto ai target sul deficit, evocando il rischio di una “ristrutturazione del debito”. Sempre il Sole 24 Ore, nel parlare dell’incontro tra Draghi e Mattarella, fa notare che “dal prossimo anno gli strumenti di Draghi sono assai ridimensionati e per affrontare una crisi finanziaria, al nostro Paese non resterebbe che il piano Omt, in sostanza il commissariamento“.
Così Tria nella lettera inviata all’Ue:
“Auspico che il dialogo con la Commissione Europea rimanga aperto e costruttivo, tenendo conto delle reali esigenze di cittadini e imprese e del ruolo che svolgono le Istituzioni. In questo dialogo il Governo si presenta compatto e fiducioso”.
Tria definisce la legge di bilancio “coraggiosa e responsabile”, aggiungendo che includerà “maggiori risorse per gli investimenti pubblici e privati, minore pressione fiscale sulle piccole e medie imprese e sui lavoratori autonomi, spinta al ricambio generazionale sul mercato del lavoro e sostegno ai soggetti più vulnerabili”.
Nella lettera viene indicato un deficit strutturale fisso all’1,7% per i prossimi tre anni, senza puntare dunque al pareggio di bilancio che, in base a quanto scritto nella missiva, “sarà raggiunto gradualmente negli anni a seguire”. Ancora, “la legge di bilancio garantirà una crescita pari a 1,5% nel 2019, 1,6% nel 2020 e 1,4% nel 2021. Il deficit/pil passerà dal 2,4% del prossimo anno al 2,1% del 2020 e all’1,8% del 2021″.
Nelle stesse ore Palazzo Chigi rende noto che “il Def è alle Camere e conferma gli obiettivi, i tempi di attuazione delle riforme e le cifre”. Nella nota si legge che sono “previsti 9 miliardi per il reddito e pensioni di cittadinanza e 7 per la quota cento”, mentre “le risorse per altre misure, centri per impiego (1 miliardo), flat tax (2 miliardi), assunzioni straordinarie per le forze dell’ordine (1 miliardo), truffati per le banche (1,5 miliardi) sono previste in altri capitoli di spesa”.
Nella nota di aggiornamento al Def si legge anche, riguardo all’aumento dell’Iva, questo viene scongiurato nel 2019, ma solo parzialmente nel 2020 e 2021.
“Gli aumenti delle imposte indirette previste dalle clausole di salvaguardia verranno completamente sterilizzati nel 2019 e parzialmente nel 2020 e 2021″. Le clausole valgono 12,5 miliardi nel 2019 e 6,7 miliardi aggiuntivi nel 2020.
“Nel Programma di Stabilità 2019 – viene precisato – sarà presentato un piano di intervento volto a sostituire le residue clausole di salvaguardia con interventi di riduzione della spesa e di potenziamento dell’attività di riscossione delle imposte”.
Il governo M5S-Lega rivede al ribasso la stima di crescita per quest’anno che scende dall’1,5% previsto ad aprile all’1,2% stimato nella nota di aggiornamento del Def.
Il debito pubblico è atteso in calo dal 131,2% del 2017 al 130,9% previsto per il 2018.