Finanza Notizie Italia Default Italia: cosa succederebbe? 1 azienda su 5 chiuderebbe, a rischio 1 negozio su 4

Default Italia: cosa succederebbe? 1 azienda su 5 chiuderebbe, a rischio 1 negozio su 4

4 Ottobre 2018 16:36

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Cosa accadrebbe all’Italia in caso di default? Le conseguenze sarebbero drammatiche, portando alla bancarotta 1 azienda su 5 e alla chiusura di 1 negozio su 4. E’ questo il risultato di una ricerca condotta da Cerved Rating Agency, uno dei principali attori in Europa in tema di rating, sulle possibili evoluzioni future dell’economia italiana. Certamente, si tratterebbe dello scenario ipotetico più drammatico, estremo e anche meno probabile, stando alle condizioni attuali del paese. L’economia italiana dovrebbe infatti entrare in profonda recessione, con un Pil in calo del 3-4 per cento, mentre i titoli di Stato dovrebbero infiammarsi, con un rendimento del Btp decennale che dall’attuale 3,30% dovrebbe schizzare al 10 per cento.

Seppur remoto, si tratta però di uno scenario possibile, secondo la società di rating: “La possibilità per l’Italia di abbandonare l’Eurozona, troppo spesso ventilata, comporterebbe un significativo aumento del rischio di default del paese”. Cosa accadrebbe dunque? Prendendo in considerazione i casi ben noti di Argentina e Grecia, Cerved Rating Agency ha rilevato che il fallimento dello stato sovrano coinvolgerebbe in maniera rilevante i settori del commercio e delle costruzioni, segmenti di mercato che pagherebbero il conto più alto nel concretizzarsi di questo scenario.

Nello specifico: 1 negozio su quattro non alzerebbe più la saracinesca, i fallimenti tra alberghi e ristoranti sfiorerebbero il 30%, mentre tra le aziende dell’abbigliamento si arriverebbe al 20%. Andrebbe un po’ meglio per le aziende della chimica-farmaceutica, della componentistica e dell’Ict, che comunque vedrebbero chiudere 1 impresa su 10. Stando all’opinione dell’agenzia di rating, in caso di default dell’Italia, le piccole e medie imprese soffrirebbero in maniera molto rilevante del taglio delle attività di prestito delle banche, generato dall’aumento di più del 10% dei tassi di rendimento a 10 anni. Allo stesso modo, la fiducia degli investitori nell’Italia si ridurrebbe notevolmente, con pesanti conseguenze sulle chance delle imprese di competere nei mercati e assumere forza lavoro.