Tria all’Eurogruppo, Savona: ‘piani B esistono presso tutte banche centrali, colpa grave se Bankitalia non l’avesse’
Mentre i mercati sono in attesa di capire cosa il ministro dell’economia Giovanni Tria dirà all’Eurogruppo, si mettono in evidenza oggi le parole che il ministro degli Affari europei Paolo Savona ha proferito in occasione di un forum con i giornalisti organizzato da Affari & Finanza. Savona ha affrontato diverse questioni, tornando su altre che aveva già commentato in passato, come quella sull’esistenza di presunti piani B per far fronte a eventuali gravi crisi finanziarie e come quella relativa al ruolo da attribuire alla Bce. In particolare, alla domanda sui piani B di cui ha spesso parlato, Savona si è messo prima ironicamente sulla difensiva ma poi ha ripetuto: “i piani B esistono nei cassetti di tutte le banche centrali e se la Banca d’Italia non l’avesse sarebbe una colpa grave, da citare nei libri di storia. Ripeto ancora una volta: parlare dell’esistenza di questi piani di emergenza non vuol dire auspicarne l’attuazione, solo prendere atto, appunto, che dovrebbero comunque esistere”.
Ovviamente il ministro ha parlato anche di deficit e debito, alla luce della nota di aggiornamento al Def resa nota la scorsa settimana che, con quel target deficit-Pil al 2,4%, ha scatenato tante polemiche e preoccupazioni. Ma il punto, per Savona, è che forse sui conti pubblici italiani si starebbe facendo fin troppo rumore:
“Il rischio di solvibilità del debito non esiste oggi e non esisteva neanche nei momenti più difficili degli anni ’70, quando l’inflazione era il 16% e o degli anni ’90 ai tempi delle manovre draconiane di Amato”, ha detto, aggiungendo che, “se rischio esiste, dipende da una mancata crescita che può essere aggravata da politiche deflazionistiche imposte dal mito europeo di pareggio del bilancio”.
Bisogna essere guardinghi piuttosto sulla peggiore delle ipotesi, che è “che la crescita reale cada sotto l’1% nel 2019 e possa riprendersi solo marginalmente di 10-20 centesimi nel biennio successivo. Ma tenuto conto che il Pil nominale crescerebbe tra il 2,8 e il 3%, migliora comunque il rapporto con il debito. Il dato non può che migliorare se aumenta la crescita”.
E proprio alla stregua di promotori della crescita economica devono essere considerati la revisione della legge Fornero, la flat tax e il reddito di cittadinanza che, secondo il ministro, non devono essere intesi soltanto come spese, visto che hanno una componente di rilancio della domanda, degli investimenti e dell’occupazione ad esempio perchè consentono di immettere forze nuove nel mercato del lavoro, così come tutto quel che va in direzione di un calo della pressione fiscale”.
In ogni caso, “quando ha 5 milioni di poveri, un Paese deve porsi il problema di aiutare queste personee, in ogni caso, “quando ha 5 milioni di poveri, un Paese deve porsi il problema di aiutare queste persone”.
Savona insiste sul ruolo salvifico che deve avere la Bce:
“Occorre attribuire alla Bce i pieni poteri di lender of last resort, elaborati storicamente per le banche centrali, molti dei quali si è di fatto già attribuita con il Quantitative easing in assenza però di una codificazione statutaria. Altrettanto importante è precisare i poteri della Bce in termini di controllo e influenza dei cambi, consentendole di intervenire direttamente per contrastare gli andamenti di mercato come ha già fatto due anni fa”. E’ in ogni caso “urgente codificare e motivare questi poteri, perchè nell’attuale vaghezza normativa la politica monetaria viene vista solo come una fonte di vincoli e ristrettezze e non come un’opportunità. Andrebbe fatto prima della scadenza di Draghi per dare al successore un quadro esatto in cui muoversi”.