Rottamazione riforma Fornero e pensione anticipata: fino a quanto può essere taglio assegno
Anche Luigi Di Maio conferma l’imminente rottamazione della riforma sulle pensioni sfornata dall’ex ministro del Welfare, Elsa Fornero:
“La riforma “verrà superata”, ha detto stamattina il vicepremier pentastellato, affermando che le risorse per la legge di bilancio saranno trovate, praticamente, facendo deficit. “Sarà una manovra del popolo che aiuta gli ultimi e fa la guerra ai potenti: e dentro ci saranno il reddito di cittadinanza, il superamento della Fornero e i soldi per i truffati dalle banche” e per finanziarla “troveremo risorse facendo deficit”, ha detto Di Maio, in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano.
Di pensioni nelle ultime ore ha parlato anche il vicepremier Matteo Salvini, affermando che “mandare in pensione la gente a 70 anni è sbagliato”. La riforma del governo Monti, ha continuato il vicepremier e ministro dell’Interno, è “profondamente sbagliata perché ha rovinato milioni di italiani di 60 anni, di 70 anni di 20 anni. Quindi io la devo cancellare”. E per farlo ci vorranno “6-7 miliardi”.
Intanto occhio alle indiscrezioni stampa sulla possibilità di andare in pensione prima, con la penalizzazione del taglio dell’assegno pensionistico.
Il Corriere della Sera riporta, in quella che si confermerà una “settimana clou per la manovra” che “spuntano le penalizzazioni sulle pensioni: taglio dell’1-1,5% per ogni anno di anticipo rispetto a 67 anni”.
“Oltre al calcolo contributivo dal 1996, ci sono due nuove ipotesi dei tecnici per ridurre il costo di ‘quota 100‘. La prima – scrive il quotidiano – prevede una penalizzazione temporanea, cioè un taglio di 1-1,15 punti percentuali della pensione per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni. Per esempio, uscendo dal lavoro a 62 anni, l’assegno sarebbe tagliato tra il 5 e il 7,5%. Ma questa penalizzazione verrebbe tolta al raggiungimento dei 67 anni, quando scatterebbe la pensione piena. La seconda ipotesi prevede invece un taglio permamente, ma in questo caso la penalizzazione sarebbe più bassa: i tecnici della Lega parlano di mezzo punto per ogni anno di anticipo, ma potrebbe essere anche un punto. In ogni caso, le penalizzazioni alleggerirebbero la pensione meno del calcolo contributivo”.
Della novità di andare in pensione prima dei 67 anni con un taglio all’assegno parla oggi anche Il Giornale, riportando anch’esso l’opzione di una riduzione “dell’1-1,5 per cento per ogni anno di anticipo”.
“Con questo schema – prosegue il quotidiano – poi dovrebbe essere incardinata la riforma che prevederà quota 100 ad un’età minima di 62 anni con 37 o 36 anni di contributi. Le ipotesi si sviluppano su tre strade: 62+38, 62+37 e 64+36. Con questa riforma almeno 433mila lavoratori potrebbero già lasciare il lavoro nel 2019. Il costo per le casse dello Stato sarebbe di 8,6 miliardi. Ma un tema delicato è quello del calcolo dell’assegno con quota 100. Di fatto secondo secondo la prima ipotesi ci sarebbe un calcolo con il metodo contributivo per tutti i versamenti successivi al 1995. In questo caso il taglio sull’assegno sarebbe del 10 e del 15 per cento. Un’altra strada che è allo studio riguiarda invece il taglio graduale di 1-1,5 punti percentuali dell’importo per ogni anno di anticipo sulla base dei 67 anni. (..) Infine la terza strada parla di un taglio permenente ma con una penalizzazione inferiore. Insomma in queste ore frenetiche di studi e calcoli, Lega e M5s dovranno trovare la quadra per mettersi alle spalle definitivamente la legge Fornero”.
Intanto è iniziato a Palazzo Chigi il vertice sulla manovra, a cui partecipano il premier Giuseppe Conte, i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i ministri Giovanni Tria, Paolo Savona e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti.Per l’Italia oggi si è aperta una settimana cruciale, visto che entro questa settimana l’esecutivo M5S-Lega dovrà varare la nota di aggiornamento al Def che anticipa la legge di bilancio.