Pechino strizza l’occhio ad Alitalia, ma maggioranza andrà allo Stato. Di Maio ottimista: bene trend ultimi mesi
La trasferta cinese di questi giorni del vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, è occasione anche per valutare l’effettivo interesse dei vettori cinesi per il dossier Alitalia.
“Dopo un primo round di incontro con i vettori cinesi Air China e China Eastern in questi giorni ne faremo un altro per andare più nel dettaglio”, spiega il sottosegretario allo Sviluppo economico, Michele Geraci, già da diverse settimane al lavoro per vagliare l’effettiva possibilità di un partner strategico che vada a contribuire al rilancio del vettore italiano. Interpellato dal Sole 24 Ore, l’esponente del governo rimarca il bisogno di un progetto di rilancio strategico e “per i cinesi l’investimento in Alitalia può essere utile anche perchè il nostro Paese farebbe loro da hub per il Mediterraneo e l’Africa dove hanno forti interessi”.
Nelle intenzioni del Mise c’è un possibile accordo che veda le compagnie cinesi rilevare una quota fino al 49%. Non di più perchè il governo intende comunque mantenere la maggioranza in mani italiane.
Di Maio: Stato dentro le aziende non deve essere un tabù
“Lo Stato che entra nelle aziende non è più un tabù”, afferma oggi il vicepremier Luigi Di Maio. Il riferimento è proprio al futuro di Alitalia, per la quale l’esponente di spicco del governo gialloverde ritiene necessario investire sui voli a lungo raggio “ed è chiaro che una delle destinazioni non può che essere la Cina”. Di Maio ha anche sottolineato che Alitalia io questi mesi sta registrando una controtendenza in positivo.
Ieri intanto il il nuovo a.d. di Fs, Gianfranco Battisti, ha confermato l’interesse per Alitalia, vista come una possibile opportunità. “Noi siamo un’azienda aperta e vediamo di buon occhio questa possibilità”, ha detto il numero uno di FS in audizione alla Commissione Lavori Pubblici del Senato.