PEPP: il salvadanaio previdenziale targato UE con tanti nodi ancora da sciogliere
Un salvadanaio previdenziale attivabile da chiunque, lavoratore e non: questa la caratteristica dei PEPP, i Prodotti di Previdenza individuali paneuropei come ha sottolineato Andrea Lesca, responsabile Relazioni e Reti Welfare aziendale di Intesa Sanpaolo Vita, uno degli operatori che ha preso parte a Milano, presso l’Auditorium Allianz, al Workshop ANIA intitolato “La nuova previdenza integrativa e la sfida dei PEPP”.
PEEP: strumento di welfare di terzo livello
Tanti i lavoratori che hanno una carriera lavorativa distributiva in diversi paesi europei, dipendenti di aziende internazionali e anche giovani già proiettati verso il futuro ed è per evitare di frammentare il proprio percorso previdenziale che nascono i PEPP (Pan-European Personal Pension Product), lo strumento di previdenza complementare che sarà varato entro l’anno dall’Unione europea. I PEPP sono stati l’oggetto di un convegno svoltosi a Milano presso la sede di Allianz e organizzato dallAnia. “L’introduzione dei PEPP sarà tanto più utile quanto più favorirà la nascita di prodotti pensionistici semplici, standarddizzati e facilmente fruibili soprattutto dai tanti europei” – così la presidente di Ania Maria Bianca Farina.
I nodi ancora da sciogliere
“Parliamo di un prodotto pensionistico per gli europei, soprattutto per i 17 milioni di lavoratori che vivono in Paesi diversi da quello di origine” – continua il numero uno di Ania – “E’ una opportunità che però deve farsi carico di alcune messe a punto, che altrimenti potrebbero trasformarsi in criticità non gestibili”. Tanti infatti sono ancora i nodi da sciogliere in merito all’introduzione di tali strumenti. In primis gli incentivi fiscali accordati visto che, come sottolinea il presidente di Covip Mario Padula, ogni paese ha un proprio sistema fiscale e non sarà per nulla facile armonizzarli. “Altra cosa importante è che oggi il PEPP potrebbe non prevedere una rendita, laddove il consumatore scegli di prendere tutto il capitale alla fine” sottolinea la Farina. “Questo secondo noi snatura la componente previdenziale, che è la pensione. Altro tema di rilievo è quello della garanzia. Intanto è prevista una opzione di default, cioè è previsto che per chi non faccia una scelta è prevista una opzione, la più garantista possibile. Ma questa opzione può avere connotazioni molto diverse: può essere una vera garanzia di restituzione di quanto versato; o può essere una garanzia finanziaria con i limiti che può avere. Ora è chiaro che quello che premia su tutto è la trasparenza e che venga detto con chiarezza che cosa il prodotto garantisce. Ma ritengo che già nel prodotto per come nasce certe precauzioni fondamentale debbano essere previste”.
Ma senza ombra di dubbio è la parte fiscale quella su cui occorre puntare, come affermano in coro gli operatori che hanno preso parte alla tavola rotonda di Ania. Per cui l’interesse per i PEPP da parte dei lavoratori potrà arrivare solo da un’ottimizzazione fiscale del sistema previdenziale.