Transizione green giusta solo abbassando i prezzi: la lettera annuale di Larry Fink
Puntuale arriva come ogni anno la lettera del CEO di BlackRock Larry Fink agli amministratori delegati di tutte le aziende nelle quali investe, Piazza Affari inclusa.
L’Ad del più grande asset manager del mondo difende il movimento di azionisti che spinge le aziende a concentrarsi sugli interessi della società oltre che sui profitti. Fink ha accennato ai temi presenti nelle precedenti missive di gennaio ad altri CEO, invitandoli a trovare uno scopo e a prendere in considerazione questioni come il cambiamento climatico come parte del cosiddetto capitalismo degli azionisti.
Dalla transizione green al lavoro psot pandemia: la consueta lettera di Larry Fink
Fink, 69 anni, ha difeso la posizione di BlackRock nell’impegnarsi con le aziende sulla transizione del carbonio piuttosto che disinvestire del tutto, dicendo che le aziende stesse non possono essere la “polizia del clima”, ma invece dovrebbero lavorare con i governi. “Dobbiamo essere onesti e ammettere che, ad oggi, i prodotti ecologici spesso costano di più – scrive Fink–. Abbattere questo sovrapprezzo sarà essenziale per riuscire a mettere in pratica una transizione ordinata e giusta”. “I prossimi mille unicorni non saranno motori di ricerca o social media, bensì start-up che aiutano il mondo a decarbonizzarsi”. “Prima di arrivare a un mondo ‘green’ dovremo attraversare svariate sfumature di marrone e di verde – scrive Fink–. Ad esempio, per assicurare la continuità delle forniture di energia a prezzi accessibili, durante la transizione i combustibili fossili tradizionali, come il gas naturale, giocheranno un ruolo importante”.
“Il disinvestimento da interi settori o il passaggio delle attività ad alta intensità di carbonio dai mercati pubblici a quelli privati non si tradurranno nel raggiungimento dell’obiettivo delle zero emissioni nette – conclude Fink –. E BlackRock non persegue il disinvestimento dalle società petrolifere e del gas come strategia”
Ma la missiva di Fink si concentra anche su un altro aspetto. “Nessun rapporto ha subito più modifiche a causa della pandemia di quello tra datori di lavoro e dipendenti. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito il tasso di licenziamento è ai massimi storici” scrive Fink nella lettera secondo cui “Proprio negli Stati Uniti stiamo assistendo a una delle maggiori crescite salariali degli ultimi decenni – scrive – ed è positivo che i lavoratori stiano cogliendo queste nuove opportunità”. In tutto il mondo i dipendenti stanno chiedendo qualcosa di più ai loro datori di lavoro, incluse maggiore flessibilità e mansioni più significative”. Non a caso, continua il capo di BlackRock, «i Ceo si trovano davanti a un paradigma radicalmente diverso. La normalità prevedeva che i dipendenti andassero in ufficio cinque giorni alla settimana. Raramente si parlava di salute mentale sul luogo di lavoro e i salari della manodopera a basso e medio reddito crescevano a malapena” conclude Fink.