Confcommercio: paese malato cronico di bassa crescita, in 10 anni persi 2.000 euro pro-capite
Il problema della crescita per l’Italia ha radici molto lontane nel tempo, già prima dell’introduzione dell’euro. L’ufficio studi di Confcommercio ha fatto oggi il punto sulle prospettive economiche parlando di “troppe nubi si addensano sul 2019”. “Dall’analisi del nostro ufficio studi – spiega il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – emerge chiaramente che la malattia cronica del nostro Paese è la bassa crescita. Negli ultimi 30 anni siamo sempre in fondo alle classifiche internazionali per variazione di Pil, reddito, consumi. Basti pensare che negli ultimi 10 anni ogni cittadino italiano ha perso circa 2.000 euro di reddito”.
Confcommercio nella conferenza “Eredità pesante, congiuntura difficile, legge di bilancio complessa” sollecita il varo di una legge di bilancio equilibrata e ritiene che, se si accetta l’idea che i conti pubblici non sono una variabile indipendente, ma il risultato dell’operare ordinato o meno di tutta l’economia, allora vale la pena concentrarsi su pochi obiettivi ragionevoli subito (approccio selettivo: disinnesco IVA, estensione REI, tagli sprechi pubblici) per politiche più espansive nel 2020, dentro un sentiero di finanza pubblica in equilibrio prospettico.
Csp: brutto segnale da produzione, probabile una ricaduta su PIL
Oggi il dato odierno sulla produzione industriale, scesa dell’1,8% m/m a luglio, e che per la prima volta dal 2016 evidenzia un segno meno a livello tendenziale (-1,3%), rappresenta un brutto segnale per il Pil considerando l’importanza che l’attività industriale ha per l’economia italiana. E’ il quarto dato mensile negativo del 2018. “Quello che preoccupa maggiormente – sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor nel suo commento al dato dell’Istat – oltre all’entità del calo, è il fatto che per la prima volta dal giugno 2016 il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente non è positivo ed inoltre, e soprattutto, il fatto che il dato di luglio rispetto a quello di giugno è negativo per tutti i settori di attività economica salvo quello dell’industria tessile e dell’abbigliamento che fa registrare un incremento minimo (+0,1%)”.
Nel secondo trimestre 2018 il PIL ha segnato un +0,2% congiunturale e una variazione tendenziale dell’1,2% e il prodotto interno lordo italiano a partire dal secondo trimestre del 2017 è in decelerazione con una crescita trimestrale che dopo le punte dello 0,5% nei due trimestri a cavallo tra il 2016 e il 2017 è stata in graduale rallentamento fino a ridursi allo 0,2% nel secondo trimestre 2018. “Il dato di oggi legittima seri dubbi sul fatto che il nostro Pil nel terzo trimestre possa crescere ancora dello 0,2%, come nel secondo trimestre di quest’anno”, argomenta il presidente di CSP.