Finanza Notizie Italia Tria: ‘molto favorevole a taglio Irpef’. Ma è a rischio reddito cittadinanza: addio 780 euro, sarà solo potenziamento Rei?

Tria: ‘molto favorevole a taglio Irpef’. Ma è a rischio reddito cittadinanza: addio 780 euro, sarà solo potenziamento Rei?

11 Settembre 2018 12:36

Il reddito di cittadinanza? A quanto pare ci sarà nella legge di bilancio per il 2019, che sta per essere varata dal governo M5S-Lega, così come ci saranno anche la flat tax e il graduale smantellamento della riforma Fornero. La domanda è però: in che modo?

Oggi il quotidiano La Repubblica riporta indiscrezioni che stroncano il reddito di cittadinanza di Luigi Di Maio, almeno nella sua versione originale, presentandolo quasi alla stregua di un mero potenziamento del Rei, il reddito di inclusione del governo di Paolo Gentiloni.

Ammonterebbe ad appena 300 euro al mese, e sarebbe erogato non a 8 milioni di persone, come contemplato nella versione originale della proposta pentastellata, ma a favore di 4 milioni. Addio insomma al sogno di 780 euro al mese.

A infrangere il sogno di Di Maio e di tanti italiani che sono andati al voto proprio nella speranza di ricevere questo reddito sarebbe il guardiano dei conti, il ministro dell’economia Giovanni Tria. Che proprio oggi si è concentrato di più sul tema della riforma del fisco, affrontando anche la questione del reddito di cittadinanza, ma sicuramente senza grandi slanci, e anzi con molta cautela.

“Io sono molto favorevole a partire con una riduzione del numero delle aliquote Irpef” per i redditi familiari – ha detto il ministro parlando in occasione di un convegno di Confartigianato.

Certo, “bisogna vedere le compatibilità di bilancio” e l’operazione va fatta “in modo equilibrato, coerente e graduale”. Ciò significa che è necessario “trovare spazi in modo molto graduale per una partenza di un primo accorpamento delle aliquote e una riduzione per i redditi familiari”.

Il ministro ha parlato di “riduzione del numero di aliquote ma anche di abbassarle”.

“La flat tax va finanziata con le tax expenditure e nel complesso richiede tempo – ha detto ancora, aggiungendo che “se si arrivasse una flat tax di una o due aliquote sarebbe un modo per rendere più efficace la politica fiscale alzando le aliquote e abbassandole quando serve“.

“Oggi  c’è una complessità di aliquote alte e una di tax expenditure: non si capisce mai chi vince e chi perde”.

Alla luce di queste dichiarazioni, e dei rumor che sono stati riportati da La Repubblica, viene da chiedersi: Tria è pronto a sacrificare il reddito di cittadinanza per la riforma del fisco magari più incisiva rispetto a quanto trapelato fino a pochi giorni fa?

Sul reddito di cittadinanza, La Repubblica oggi scrive che, “se Tria riuscirà a trovare le coperture, si tratterà al massimo di 5 miliardi che coinvolgeranno 1 milione e mezzo di italiani in condizioni di disagio che tuttavia non potranno aspirare ai 780 euro, ma a soli 300 euro”.

“Giusto? Sbagliato? – prosegue l’articolo – Massimo Baldini, dell’Università di Modena, collaboratore de lavoce.info, ha simulato per Repubblica quanti “poveri” si possono sussidiarie e con che cifra mensile, date le risorse oggi realisticamente disponibili. Ne emerge che, in buona sostanza, non si potrà andare oltre un potenziamento del Rei, il reddito di inclusione, già attivato dal precedente governo”.

I requisiti per accedere al reddito di cittadinanza sono tali che la platea interessata sarebbe di circa 8 milioni di persone, stando alla sua versione originale.

Oltre alla questione dei costi c’è quella, scrive il quotidiano, “rappresentata dal rischio di comportamenti sleali da parte di chi fa domanda”. Considerando pure l’altra ipotesi che farebbe scendere la spesa a 10 miliardi, ovvero quella di considerare solo la povertà assoluta e non quella relativa, la platea scenderebbe a 5 milioni e anche in questo caso, come nel precedente, chi non riuscisse ad arrivare ai 780 euro prenderebbe la differenza”. Il punto è che la misura anche in questo caso costerebbe troppo

Dunque?

Dunque la beffa è che il tanto annunciato reddito di cittadinanza potrebbe finire per essere semplicemente un potenziamento del Rei.

“Resta solo il potenziamento di una misura che già c’è e sulla quale si sta lavorando: il Reddito di inclusione. Le differenze sono sostanziali: la cifra ha base fissa e varia solo con il numero dei componenti del nucleo, circa 300 euro in media, riducendo il rischio di comportamenti opportunistici; inoltre la platea è ridotta a chi ha meno di 2.250 euro all’anno netti per un single. Un mini reddito – conclude insomma La Repubblica – ma più mirato”.