Legge di bilancio, Tria: ‘correttivi a Fornero per rinnovare competenze, calo debito attirerà investimenti’
Giù le tasse ma in modo graduale, inutile fare più deficit se poi lo spread in tensione impaurisce gli investitori italiani e stranieri e si trasforma in un deterrente a investire; puntare per l’appunto sugli investimenti, e fare le riforme promesse nel contratto di governo M5S-Lega, ma non subito. Il ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria ha parlato al Forum Ambrosetti che si è svolto come ogni anno a Cernobbio, smorzando ulteriormente i timori degli investitori, come si evince dall’ennesimo calo dello spread BTP-Bund.
Chiarimenti sono stati fatti anche su come intervenire sulla riforma Fornero e sul reddito di cittadinanza:
“L’allocazione efficiente delle risorse con processi di innovazione molto rapidi”, uno dei fattori che influenzano maggiormente la produttività, comporta un “adeguamento rapido delle competenze e gestire la transizione rafforzando gli strumenti di welfare, di protezione dei perdenti“. Tria ha continuato: “Ne consegue che, se vogliamo difendere il libero commercio, dobbiamo farci carico di questi problemi, se non vogliamo che si rafforzino i movimenti contrari all’apertura dei mercati e ai mercati concorrenziali”.
In particolare sul reddito di cittadinanza, l’intervento “deve partire da queste considerazioni, ovvero da come questo può facilitare il problema della allocazione efficiente delle risorse“, mentre riguardo ai “correttivi alla legge Fornero, che allarmano sul fronte del contenimento dei costi, questi devono essere visti alla luce di questi problemi di transizione. Per esempio – ha spiegato Tria – la necessità che sia facilitato il processo di cambiamento delle imprese stesse, e quindi facilitato il turn over, l’uscita di lavoratori anziani che non hanno facilità di acquisire nuove competenze”.
Sul fronte tasse: l’obiettivo “di semplificazione e riduzione della pressione fiscale, parte integrante della crescita del paese, si affronta come affronteremo il cosiddetto reddito di cittadinanza, ossia con molta gradualità nell’ambito dei vincoli di bilancio”.
Se “si può fare?”
“Certo – ha detto Tria – lavorando all’interno del grande bilancio dello stato per trovare le risorse per fare queste riforme nei limiti delle coperture che saremo in grado di trovare, e nei limiti degli obiettivi di bilancio che stiamo discutendo con la commissione europea”.
Proprio l’impegno a rispettare i vincoli di bilancio stabiliti da Bruxelles è stato rinnovato. Anche perchè, per Tria, il calo del rapporto debito/pil “può significare un rafforzamento e un consolidamento della presenza sui mercati finanziari dell’Italia che libererà risorse che attrarrà investimenti. E questo è importante per un governo che si pone la crescita come primo obiettivo“.
Di conseguenza, Tria ha ammesso la necessità di avere i mercati finanziari dalla propria parte:
“L’obiettivo di bilancio, in termini di indebitamento netto, sarà commisurato entro questi limiti ma guardando ai mercati finanziari. E’ inutile cercare due o tre miliardi in più sul deficit se ne perdiamo tre o quattro dal lato dei tassi di interesse. Su questo c’è la piena consapevolezza nel governo. Ma soprattutto questo obiettivo di bilancio è stato ribadito dal momento della formazione del governo, perché la riduzione del rapporto debito/pil è stata dichiarata come obiettivo dal presidente del Consiglio (Giuseppe Conte) ed è stata ribadita da me in Parlamento quando ha approvato il documento tendenziale del Def”.
Insomma, è importante “agire sulle aspettative” e quindi “invertire l’idea che è stata portata avanti, un certo ‘moral hazard’, che noi ampliamo il deficit aspettando la crescita. Direi di invertire il percorso: significa utilizzare le risorse che saranno disponibili da tutti gli spazi di crescita che noi otterremo”, perché “è inutile cercare due o tre miliardi in più sul deficit se ne perdiamo tre o quattro dal lato dei tassi di interesse”.
Il ministro si è lasciato andare anche a una provocazione, arrivata tra l’altro proprio con l’apertura del suo intervento al Forum Ambrosetti:
“Faccio una piccola provocazione: se iniziassi il mio intervento dicendo che l’obiettivo del governo è l’1,6, cosa pensereste? Molti penserebbero che parlo dell’indebitamente netto, mentre io vorrei parlare di obiettivo di crescita dell’1,6%. Questo deve essere l’obiettivo del governo, ovviamente vincolato al rispetto di alcune condizioni di bilancio. Se non si parte da questo punto non si capisce la nostra politica”.
“Quindi (in merito al contratto di governo e al modo in cui le proposte ivi contenute saranno concretizzate), queste partiranno gradualmente, partiranno più o meno tutte con una prima fase, con un equilibrio che non è di tipo politico, accontentare un pezzo o un altro, ma un equilibrio che dipende dalla strategia di politica economica, perché una riforma si regge anche sull’altra”. La manovra sarà quindi “equilibrata”, nel rispetto dei vincoli di bilancio, perchè “non tutto si può fare subito”.