Rivoluzione nelle aziende: nei prossimi tre anni realtà aumentata e virtuale di uso comune
Maggior efficienza, produttività e sicurezza: sono questi i risultati che la tecnologia immersiva sta offrendo oggi alle aziende. Lo rivela una recente ricerca di Capgemini Research Institute, il think-tank interno di Capgemini dedicato a tutto ciò che è digitale. La ricerca dal titolo “Augmented and Virtual Reality in Operations: A guide for investment” evidenzia che le aziende stanno utilizzando la realtà aumentata (Augmented Reality – AR) e quella virtuale (Virtual Reality – VR) per migliorare le proprie operations.
La ricerca di Capgemini
Il report – a cui hanno partecipato oltre 700 dirigenti di aziende attive nei settori automobilistico, manifatturiero e delle utility con una significativa conoscenza delle iniziative AR/VR della propria azienda – ha rilevato che l’82% delle aziende che attualmente utilizza queste due tecnologie dichiara di aver riscontrato benefici pari o superiori alle proprie attese. Ma ci sono ancora dei problemi, in primis la carenza di competenze interne e la mancanza di sufficienti infrastrutture di back-end che rappresentano forti barriere alla crescita. Inoltre il 50% delle imprese che non hanno ancora implementato soluzioni di realtà aumentata e virtuale, ha in programma di iniziare ad esplorare il loro potenziale all’interno delle proprie operations entro i prossimi tre anni. Come? Ad esempio utilizzando l’AR per accedere da remoto a servizi di supporto in tempo reale su dispositivi portatili o indossabili, oppure usando la VR per la formazione dei dipendenti. Il 46% degli intervistati ritiene che queste tecnologie saranno largamente impiegate dalle proprie aziende entro i prossimi tre anni, mentre il 38% afferma che la loro implementazione si affermerà dai tre ai prossimi cinque anni.
Benefici della tecnologia immersiva
Nonostante la realtà aumentata sia più difficile da implementare, le aziende la ritengono più vantaggiosa della realtà virtuale. L ’AR genera benefici in termini di produttività grazie alla semplificazione dei flussi di lavoro. L’esempio emblematico è quello dei tecnici Porsche che utilizzano occhiali per la realtà aumentata sulle cui lenti sono proiettati, volta per volta, comunicazioni e grafici, consentendo inoltre a esperti da remoto di visualizzare le stesse informazioni a disposizione del tecnico e fornire un feedback in tempo reale. Questa soluzione può diminuire i tempi di fornitura del servizio fino al 40%. La realtà virtuale comporta inoltre un aumento dell’efficienza e della sicurezza e aiuta a gestire le complessità dei task, aumentando così la produttività.
La ricerca ha rilevato che i settori automobilistico, manifatturiero e dei servizi pubblici utilizzano principalmente l’AR e la VR per la riparazione e la manutenzione, oltre che per la progettazione e l’assemblaggio. Tra il 29% e il 31% delle aziende che utilizzano l’AR e/o la VR lo fanno nell’ambito della riparazione e manutenzione, in particolare per consultare materiali di riferimento in formato digitale (31%), cercare un esperto in remoto (30%), visualizzare digitalmente i componenti che non sono visibili durante il montaggio (30%) e le istruzioni passo dopo passo all’interno delle postazioni di lavoro (29%). Per la progettazione e il montaggio, invece, le aziende utilizzano la realtà aumentata o quella virtuale per visualizzare le istruzioni di assemblaggio in formato digitale (28%), simulare le prestazioni del prodotto in condizioni estreme (27%), visualizzare le infrastrutture da varie angolazioni (27%) e sovrapporre componenti di progettazione ai moduli preesistenti (26%).
Così Ford utilizza la realtà virtuale per identificare e progettare movimenti alternativi del corpo umano, catturati da sensori di movimento durante la fase di assemblaggio, con una conseguente riduzione degli incidenti dei dipendenti del 70% e un calo delle problematiche ergonomiche pari al 90%.
Perché l’AR è utilizzata maggiormente rispetto alla VR
Secondo il report, i due terzi delle aziende intervistate ritengono che la realtà aumentata abbia un maggior margine di utilizzo nelle proprie operations rispetto a quella virtuale. Questo perché mentre la VR si è dimostrata in grado di migliorare una singola user experience immersiva isolata dalla realtà, l’AR connette il mondo digitale con quello reale, supportando quindi una serie maggiore di casi d’utilizzo innovativi.
Quali sono le aziende che investono di più in AR/VR
Sono quelle statunitensi e cinesi le aziende che per prime hanno implementato queste tecnologie, con una percentuale di utilizzo all’interno delle operazioni aziendali pari al 50%. Inoltre, la percentuale di aziende che in Francia, Germania, paesi del Nord Europa e Regno Unito stanno ancora sperimentando le iniziative AR/VR è superiore al 50%.
«La tecnologia immersiva ha fatto molta strada in breve tempo e continuerà a evolversi. Di fronte alla dura concorrenza da parte di investitori aggressivi presenti in Cina e Stati Uniti, le aziende devono razionalizzare gli investimenti per cogliere il potenziale di crescita a lungo termine offerto da questa tecnologia», ha dichiarato Lanny Cohen, Chief Innovation Officer di Capgemini. «Per ottenere il massimo valore aziendale dalla realtà aumentata e da quella virtuale, le aziende hanno bisogno di una struttura di governance centralizzata e di studi preliminari di modelli allineati alle strategie, oltre a essere in grado di guidare l’innovazione e la gestione dei cambiamenti dei dipendenti».