Rapporto Coop: paese diviso in due, ricchi sempre più ricchi e poveri più poveri
Una ripresa economica che arranca e un’Italia che cerca di rincorrere gli altri Paesi occidentali: così gli italiani si riscoprono sempre più diversi tra loro con i ricchi tendenzialmente più ricchi e i poveri sempre più poveri. Questa la fotografia reale che fa degli italiani il Rapprto Coop 2018.
Rapporto Coop 2018: paese diviso in due poli
Un Paese che appare diviso in due poli opposti visto che, dice il Rapporto, la spesa del 20% delle famiglie più ricche del paese è salita nel 2017 del 3%, mentre quella del 20% più povero è scesa del 3%. “La ripresina che stavamo sperimentando sembra essersi fermata – dice Marco Pedroni, presidente di Coop Italia –. Le vendite nei primi otto mesi del 2018 sono calate dello 0,8% con l’incertezza nel paese che fa da freno”. Secondo i dati contenuti nel Rapporto Coop 2018, le famiglie benestanti spendono quattro volte di più rispetto a quelle con bassa capacità di spesa, mentre i consumi alimentari crescono del 2,8% per i più abbienti e scendono del 4% per i più poveri. Le cose in Italia non vanno bene nenache se confrontate con il resto dell’Ue: i cittadini tricolori spendono in media 11.600 euro pro-capite, 200 euro meno dei francesi, 2.200 meno dei tedeschi e 10mila in meno degli americani. “Una differenza che lascia l’amaro in bocca e che continua ad allargarsi nei primi mesi del 2018, con un + 2,8% per chi ha più soldi in tasca e un -4% per chi fa più fatica a sbarcare il lunario”, dice Albino Russo, direttore generale Coop.
Unione Nazionale Consumatori: “Dati gravi e allarmanti”
“Dati gravi ed allarmanti, che dimostrano l’aumento delle disparità! Se persino per spese necessarie e non rinviabile come il cibo, crescono le diseguaglianze, è evidente che il Governo deve concentrare i suoi sforzi per aumentare il reddito disponibile dei ceti meno benestanti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Non solo per un fatto di equità e di rispetto del criterio della capacità contributiva fissato dall’art. 53 della Costituzione, ma anche per un fatto economico. Se vogliamo rilanciare la crescita del Paese attraverso la ripresa dei consumi, dobbiamo ridare capacità di spesa a chi sta stringendo la cinghia e fatica ad arrivare alla fine del mese” conclude Dona.