Stati Uniti: payrolls dovrebbero tornare a mostrare i muscoli, venerdì il responso
Come ogni primo venerdì del mese, il prossimo 7 settembre l’appuntamento è con le indicazioni relative il mercato del lavoro statunitense. Dopo le indicazioni deludenti di luglio, quando le non-farm payrolls, il saldo delle buste paga nei settori non agricoli, sono cresciute di 157 mila unità (il calo di 31,8 mila unità del settore beni sportivi, hobby, libri e negozi di musica è riconducibile al collasso di Toys R Us), nel mese di agosto il dato è stimato dagli analisti di ING a 210 mila unità.
Dal lato retribuzioni, il +2,7% di luglio si è attestato al di sotto del 2,9% dell’inflazione, l’indice è visto in aumento al 2,8%, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe passare dal 3,9 al 3,8 per cento.
“L’economia –rileva l’analista James Knightley – dovrebbe segnare un incremento di circa 3 punti percentuali nell’anno corrente e quasi tutte le letture dell’inflazione si situano in quota o al di sopra del target del 2%”.
Una lettura migliore delle stime e una risalita delle retribuzioni “potrebbero rinforzare il messaggio che la politica monetaria è ancora accomodante”. In questo contesto, l’esperto stima che da qui alla fine dell’anno potremmo assistere a una stretta sui tassi di 25 punti base a trimestre “probabilmente nei meeting di settembre e di dicembre”.