L’Italia delle micro imprese: sono leader in Europa nel dare lavoro
Un plotone di micro imprese che rappresentano l’asse portante dell’economia dell’Italia. Non solo per il peso di fatturato ma anche in termini di occupazione. Queste realtà imprenditoriali, che vanno dai milioni di artigiani,
commercianti, esercenti e piccole botteghe, sono leader in Europa nel dare lavoro.
Secondo una ricerca dell’ufficio studi della Cgia di Mestre, le imprese con meno di 20 addetti sono oltre 4 milioni e danno lavoro a 8 milioni tra operai e impiegati, pari al 56,4% di tutti gli addetti del settore privato presenti in
Italia. Nessun altro Paese dell’Eurozona può contare su una platea di micro aziende così fondamentale per l’occupazione. La media dell’Eurozona, infatti, si attesta al 39,9%, vale a dire 16,5 punti percentuali in meno rispetto all’Italia. Altrettanto significativi sono i risultati riportati dalla Francia e dalla Germania. Se nel primo caso l’incidenza è del 34,7%, nel secondo scende addirittura al 30,5%. A dimostrazione che in questi due Paesi, a trainare l’economia è la grande e non la piccola impresa.
Oltre all’elevato numero e alle straordinarie ricadute occupazionali, le micro realtà produttive sono importanti anche per il peso del fatturato e del valore aggiunto che producono. Secondo gli ultimi dati riferiti al 2015, le aziende italiane con meno di 20 addetti hanno generato 1.071 miliardi di fatturato che incidono per il 35,9% sul totale nazionale. Per quanto riguarda il valore aggiunto, ovvero la ricchezza prodotta nel Paese, queste piccolissime attività hanno realizzato 286 miliardi di euro, pari al 9,9% del totale nazionale.
Nonostante lo scenario generale tenda al bello, rimangono aperte ancora molte crisi aziendali. Al 30 giugno scorso, infatti, i tavoli presso il Ministero dello Sviluppo Economico erano 144, con almeno 189.000 lavoratori coinvolti. Di queste imprese, 31 hanno cessato in tutto o in parte la loro attività in Italia per delocalizzare all’estero. Senza dimenticare che le situazioni più critiche che il ministro Di Maio dovrà affrontare nelle prossime settimane sono quelle di Alitalia, Almaviva, Bekaert, Ilva e Italiaonline (ex Pagine Gialle).