Diciotti, Di Maio minaccia Ue: ‘senza aiuti stop contributi’. E Salvini: ‘primi segnali di attacco economico all’Italia’
Mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini assicura che non si dimetterà e propone il metodo australiano #NOWAY per la gestione dell’immigrazione, Luigi Di Maio minaccia lo stop ai contributi italiani all’Unione europea. In un video postato su Facebook, il ministro dello Sviluppo economico non lascia spazio ai dubbi:
“In questi mesi abbiamo avuto modo di vedere come funzionava la linea morbida nei confronti dell’Unione europea e come funziona la linea dura. Sulla linea dura voglio fare un’altra proposta: se l’Unione europea si ostina con questo atteggiamento, e se domani (oggi per chi legge) dalla riunione della Commissione europea non si decide nulla e non decidono nulla sulla nave Diciotti e sulla redistribuzione dei migranti, io e tutto il Movimento 5 stelle non siamo più disposti a dare 20 miliardi all’Ue”.
Di Maio ha aggiunto:
“Condivido quello che ha detto il presidente Conte: l’Ue deve battere un colpo. Poi siamo attentissimi alle condizioni di salute e di rispetto dei diritti umanitari a bordo della Diciotti. Io dico a tutti: il governo è compatto”.
E così il caso della nave della guardia costiera Diciotti attraccata al porto di Catania, in cui sono rimasti 150 migranti adulti, dopo lo sbarco dei bambini, diventa pomo della discordia tra l’Italia del governo M5S-Lega e Bruxelles, dando il via a un probabile crescente braccio di ferro. Salvini e Di Maio mostrano tutta l’intenzione di volere alzare la voce con l’Ue, proprio mentre si avvicina un altro confronto: quello sulla legge di bilancio del 2019, che i mercati già temono non rispetterà i dettami degli eurocrati.
Tra l’altro, le anticipazioni dell’Ansa su cosa potrebbe arrivare oggi con la riunione della Commissione Ue non lasciano sperare bene. Così Alexander Winterstein, portavoce della Commissione europea:
“Stiamo rafforzando il lavoro per trovare una soluzione a lungo termine” sugli sbarchi dei migranti, “ed è in questo contesto che è stato convocato un incontro degli sherpa per domani (oggi per chi legge). E’ una riunione informale, da cui non emergeranno decisioni. Lo scopo è discutere un approccio europeo e la strada avanti sulla base dell’esperienza di cooperazione degli Stati sugli sbarchi e la condivisione della responsabilità nelle ultime due settimane”. “Questa discussione deve essere letta nel quadro delle conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno, e del lavoro in corso sulle piattaforme regionali di sbarco, sui centri controllati, e la riforma del sistema comune d’asilo”.
Dal canto suo, Salvini rimarca i toni contro l’Ue, dimostrando di non avere alcuna intenzione di fare dietrofront rispetto alla sua decisione di non far sbarcare i migranti che si trovano sulla nave e individuando la soluzione, nel corso di un’intervista al Corriere, “con un bell’aereo che arriva da una delle capitali europee all’aeroporto di Catania”.
“Gli europei dimostreranno il loro cuore grande caricando tutti gli aspiranti profughi. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta con i giovani”, dice, definendo l’Italia “irritata” per i comportamenti dell’Europa. “L’Europa deve sapere che il governo italiano è irritato. Basta con parole tante e risultati pochi. L’Ue si era impegnata a prendere 35mila immigrati: si sono fermati a 12 mila. Se la serietà è questa, non ci si può stupire che noi abbiamo deciso un punto fermo. Con le Ong ci siamo riusciti, ora dobbiamo costringere l’Ue a farsi carico di ciò che le spetta”.
Nell’intervista, il ministro parla anche del rischio che la speculazione finanziaria attacchi l’Italia, facendo riferimento ai “primi segnali di un attacco economico contro l’Italia” .Ed è lui stesso che ricorda l’appuntamento con la manovra 2019:
“Stiamo entrando nella discussione sul bilancio, in cui le decisioni richiedono unanimità. Per noi, l’unanimità Bruxelles non la vedrà neanche col binocolo. E non siamo gli unici”.
Diverse le dichiarazioni snocciolate nelle ultime ore rilasciate sempre dal ministro dell’Interno sul caso della nave Diciotti:
“Voi sapete che in Australia c’è il principio del ‘No way. Nessuno di coloro che vengono presi in mezzo al mare mette piede sul suolo australiano. A questo si dovrà arrivare. ll mio obiettivo non è la redistribuzione in Europa ma che ci siano nei Paesi di partenza degli sportelli europei che decidano che chi fugge dalla guerra ha diritto di partire non in gommone, ma in aereo, e arriva in Europa. L’obiettivo è che nessuno che arrivi in gommone possa mettere piede in Europa altrimenti il business della mafia degli scafisti non lo scardineremo mai”.
Su Twitter il premier ha scritto: #Stopinvasione. ll mio obiettivo è bloccare barconi e barchini, è organizzare nei Paesi africani degli sportelli che decidano chi ha diritto di partire e chi no, seguendo il modello australiano. Business per gli scafisti? #NOWAY!
E ancora: “Perché questa volta dovremmo fidarci? Prima di chiedere lo sbarco della #Diciotti l’Europa dovrebbe darci delle spiegazioni. Io non mollo”.
Insomma, nessuno sbarco fino a quando non ci sarà certezza sul fatto che i migranti andranno altrove. Il ministro già nei giorni scorsi aveva ricordato come la Francia fosse stata praticamente l’unica, nel mese di luglio, ad accogliere 50 migranti dei 450 sbarcati nel mese a Pozzallo.
“Prima di chiedere lo sbarco dalla Diciotti, forse sarebbe meglio alzare il telefono e chiedere spiegazioni a Bruxelles e agli altri governi europei. ‘Cronache dall’Europa che non c’è””. I numeri parlano chiaro:
“A proposito dei 450 immigrati sbarcati a luglio a Pozzallo – e che dovevano essere ripartiti tra gli altri paesi europei – solo la Francia ha mantenuto l’impegno, accogliendone 47 sui 50 promessi (tre cittadini stranieri sono ricoverati in ospedali e in attesa di trasferimento). La Germania aveva accettato di accoglierne 50: ne ha presi zero. Il Portogallo aveva accettato di accoglierne 50: ne ha presi zero. La Spagna aveva accettato di accoglierne 50: ne ha presi zero. L’Irlanda aveva accettato di accoglierne 20: ne ha presi zero. Malta aveva accettato di accoglierne 50: ne ha presi zero”.
Sempre tra i tweet delle ultime ore: l’Italia non è più il campo profughi d’Europa. Con la mia autorizzazione, dalla #Diciotti, non scende nessuno”.